Regione Lombardia: serve una “regia” per coordinare gli affidi (ma non basta!)

Un ”sistema lombardo” degli affidi, una sorta di regia in grado di coordinare, con il coinvolgimento delle diverse realtà che se ne occupano, la gestione dei minori in affido. Questo l’obiettivo delle linee guida per l’affido familiare, presentate al Tavolo del Terzo settore, alla presenza dell’assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale della Lombardia, Giulio Boscagli.

”La mia presenza all’incontro – ha spiegato Boscagli – vuole essere il segnale tangibile del rapporto diretto e di continuo dialogo che c’e’ fra le istituzioni e la realta’ che voi rappresentate. Le linee guida che oggi esaminiamo hanno bisogno di un confronto e questo incontro concretizza questo obiettivo”. La bozza esaminata dai rappresentanti del Terzo settore sara’ presentata anche ai rappresentanti dell’Upl (Unione Province Lombarde) e Anci (Associazione Nazionali Comuni Italiani).

”Nella nostra regione – ha spiegato Boscagli – abbiamo tanti piccoli modelli locali, a volte con interventi frammentati e con scarsa integrazione degli attori che vi fanno parte. Per questo e’ necessario avere una cornice unitaria per l’affido familiare, valorizzando le singole realtà, gli individui e che declini ruoli e responsabilità dei diversi soggetti, istituzionali e non”.

L’assessore Boscagli ha poi ricordato il ruolo fondamentale svolto dai minori nella societa’: ”I minori, che sono la ricchezza della collettivita’ e che stanno al centro delle nostre politiche, hanno il diritto e dovere di essere tutelati in pieno. Sappiamo che da soli, con le mere politiche istituzionali, non possiamo farcela; per questo occorre un continuo dialogo con il Terzo settore, che da sempre se ne occupa, in maniera da giocare insieme questa partita e vincerla per il bene dei nostri ragazzi, costruendo una societa’ piu’ solidale”.

Le linee guida vanno bene, ma non bastano. Finché non si affiancherà la gestione del privato sociale a quella del pubblico non solo non si uscirà dalla crisi dell’affido, ma non si darà nemmeno avvio ad una fase di sviluppo.