Ecco cosa significa riconoscere la capacità giuridica del concepito

Il senatore Gasparri ha ripresentato il DDL tanto voluto da Carlo Casini, fondatore del Movimento per la Vita, che chiede il riconoscimento della capacità giuridica dell’individuo fin dal concepimento. Per difendere la vita anche di chi è così piccolo “da poter essere facilmente scartato”

Il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri, subito all’indomani dell’insediamento del nuovo parlamento ha presentato un DDL per riconoscere la capacità giuridica del concepito. Immancabili sono arrivate subito i dibattiti e le discussioni che, però, come sempre capita di fronte a certi argomenti, hanno innescato le solite polemiche ideologiche senza andare prima di tutto al fondo della questione e cercare di capirla bene.
Ecco perché è più che mai utile e interessante l’articolo scritto su Avvenire – è Vita da Marina Casini, Presidente di quel Movimento per la Vita il cui fondatore, Carlo Casini, è il vero padre del disegno di legge oggi riproposto.

Capacità giuridica fin dal concepimento

La proposta chiede la modifica dell’articolo 1 c.c. in modo da attribuire a ogni essere umano la capacità giuridica dal momento del concepimento e non da quello della nascita, come prevede attualmente la legge.
Il principio alla base della richiesta è prima di tutto quello di perseguire, nei fatti, l’uguaglianza di ogni essere umano, compresi quelli – scrive Marina Casini: “Che esistono, ci sono, ma che semplicemente sono così piccoli da poter essere facilmente scartati, ignorati, cancellati”.
Il dibattito su questa legge è lungo, visto che la prima presentazione del testo avvenne nel 1995 come una iniziativa popolare sottoscritta da quasi 200 mila firme tra cui quelle di 400 docenti universitari e 16 rettori di Università. Ma la proposta non è stata mai ammessa all’ordine del giorno del Parlamento. Né allora, né negli anni successivi, quando non sono comunque mancati i politici che hanno ripreso la questione e le iniziative a sostegno della proposta.

Pregiudizi ideologici

Casini sottolinea come sia anche fuori strada chi teme che questa legge potrebbe toccare anche quella sull’aborto: chiunque pensi questo, scrive: “Può stare tranquillo. La Corte Costituzionale […] ha riconosciuto il diritto alla vita del concepito proprio affrontando il tema della legge 194. Il riconoscimento si lega benissimo alla proposta di legge in questione, perché dove c’è un diritto, c’è capacità giuridica”.
Quale, dunque, può essere l’ostacolo, se non quello ideologico, a una riforma che potrebbe servire a “irrobustire la responsabilità dei genitori, della società e della politica nei confronti di coloro che sono in viaggio verso la nascita, con misure che abbraccino la sua mamma in una logica di condivisione delle difficoltà”?