Non si può “giocare” sull’aborto per fini elettorali

L’Eurocamera vota a favore del riconoscimento del “diritto all’aborto” per tutti i cittadini europei. Ferma presa di posizione del Forum delle Famiglie: “Azione strumentale ed elettorale… Una decisione del genere non serve a nessuna donna o bambino nei Paesi dell’Unione Europea”

L’assemblea plenaria del Parlamento Europeo, attraverso una risoluzione approvata con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni, ha ufficialmente chiesto che “l’accesso sicuro e legale per tutti all’aborto” sia aggiunto alla Carta dei diritti fondamentali della UE.
Tecnicamente, la richiesta è che venga modificato l’articolo 3 della Carta, in modo da affermare che “ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e a tutti i servizi sanitari correlati senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale”.

Decisione strumentale ed elettorale

Di fatto si tratta di una sostanziale dichiarazione del “diritto all’aborto” per tutti i cittadini europei che, inevitabilmente, ha suscitato reazioni da parte della politica e delle associazioni.
Prima tra tutte, come spesso su questi temi fondamentali, il Forum delle Associazioni Familiari, che per bocca del Presidente Adriano Bordignon ha sottolineato come si tratti di “una brutta pagina per l’Eurocamera”… Un’azione “strumentale ed elettorale, perché il tema dell’aborto non è una competenza che spetta al Parlamento Europeo, essendo vincolante il principio di sussidiarietà, che tutela gli Stati membri nella loro autonomia legislativa sulle materie riservate”.
Bordignon ricorda anche che i vari pronunciamenti della Corte europea dei Diritti dell’Uomo hanno in più occasioni hanno riconosciuto come “fondativo il diritto alla vita, sancendo e garantendo vera uguaglianza tra tutti i cittadini, autentico cardine della modernità”.

La realtà dei fatti, prosegue Bordignon nel suo ragionamento, è che una decisione del genere non serve “a nessuna donna o bambino nei Paesi dell’Unione Europea. La verità è che ancora troppe donne sono lasciate sole di fronte a scelte molto complesse e dolorose, senza adeguati supporti economici, organizzativi e relazionali capaci di offrire loro alternative”.
Da parte del Presidente del Forum arriva, poi, anche l’apertura a collaborare sul tema per “offrire un grande contributo in questa direzione”, fermo restando, però, il dovere degli Stati di “fare la loro parte a tutela della dignità delle persone”.
Infine, viene sottolineato il risvolto culturale preoccupante: “Far transitare l’aborto nell’alveo dei diritti fondamentali dell’Ue trasforma un fatto critico e doloroso che oggi coinvolge due vite, quella della madre e quella del nascituro, in un diritto intangibile della madre dove il figlio non conta più nulla e in nessun modo”.