Riforma adozione: ma sono sufficienti quattro incontri di un’ora per valutare una coppia?

Buongiorno,

ho letto con interesse l’articolo sulla proposta di riforma della legge sull’adozione internazionale. Ma forse più che una riforma degli strumenti dovrebbe prima essere presa in considerazione una riforma di coloro che usano tali strumenti. E’ una presa in giro reciproca pensare che in quattro incontri di un’ora si abbia modo di conoscere due persone, di valutare la loro storia, la loro vita, le loro inclinazioni. E’un gioco delle parti, tra me che cerco di dare le risposte giuste e chi mi sta davanti che di fatto deve dare di me un giudizio. Allora, visto che comunque questa valutazione deve esserci (chiamiamola pure “accompagnamento della coppia”, ma è solo questione di termini: alla fine sempre un giudizio devono dare), almeno facciamo in modo che chi ha questo compito non sia nel migliore dei casi svogliato, quando non ignorante ed empatico come un cobra. Alle coppie viene richiesto tanto, ma a chi sta di fronte ( e ha in mano una parte della nostra vita) cosa viene richiesto?

Grazie per la risposta, 

Claudia

 

TRASFORINIGentilissima Claudia,

i termini che lei utilizza per descrivere lo stile di ascolto e di accoglienza di chi svolge un compito così delicato sono indubbiamente forti e molto duri e non dovrebbero di sicuro caratterizzare gli operatori operatori che “hanno in mano una parte della vita” di tante coppie. Ad ogni modo, per rispondere alle sue perplessità, ritengo che si potrebbero avere a disposizione strumenti e competenze, ma se non si ha la voglia di usarli nulla cambia. Il concetto non è certo innovativo ma sia lo psicologo e sia l’assistente sociale in pochi incontri possono svolgere efficacemente il mandato dato loro dal Tribunale, soprattutto se tali colloqui sono integrati in un percorso di formazione e di maturazione, inseriti in un rapporto costruttivo con la coppia laddove tra un colloquio e l’altro vengono forniti stimoli di riflessione e di crescita. E’ fondamentale che l’ora del colloquio diventi occasione di pensiero che dilata di moltissimo il tempo della ‘formazione’. Il percorso vero non consiste solo nei colloqui, che comunque non dovrebbero certo avere la forma di un interrogatorio, e comunque non sta agli operatori giudicare, ma esprimere una valutazione sulle risorse delle coppie in termini di prospettiva ed evoluzione.

Cordiali saluti,

Lisa Trasforini

Equipe Psicologica di Ai.Bi.