Riforma fiscale: via l’Iva da pane, pasta, latte, carne, pesce e acqua minerale

Nel quadro della riforma fiscale a cui il governo sta lavorando, c’è l’ipotesi di portare l’Iva a zero su alcuni prodotti come pane, pasta, latte, ma anche carne, pesce e acqua minerale

Il governo guidato da Giorgia Meloni sta da tempo lavorando a una riforma fiscale che dovrebbe venire presentata e discussa in Consiglio dei Ministri entro il mese di marzo. Negli scorsi giorni anche su AiBiNews abbiamo parlato dell’ipotesi di introdurre il quoziente familiare, accennando anche alla possibile riduzione degli scaglioni Irpef con conseguenti modifiche per quanto riguarda detrazioni e deduzioni. Ma, dopo l’interrogazione alla commissione Finanza della Camera del sottosegretario all’Economia Sandra Savino, a fare notizia è stata l’ipotesi di applicare l’azzeramento dell’IVA su alcuni “beni essenziali”.

Azzeramento Iva per pane, latte, pasta, carne, pesce e acqua minerale

La modifica sarebbe possibile seguendo una direttiva dell’Unione Europea che, nell’indicare agli stati membri l’obbligo di avere un’IVA su beni e servizi di almeno il 15% e la possibilità di applicare aliquote ridotte su un elenco più ristretto di beni e servizi, apre anche alla possibilità di applicare l’Iva zero su un massimo di sette voci che “coprano esigenze di base” (e che non riguardino beni ritenuti inquinanti, sui quali l’azzeramento dell’Iva è vietato).
L’idea sarebbe, allora, quella di sfruttare questa possibilità per “alleggerire” il carrello della spesa delle famiglie per quanto riguarda beni primari come pane, pasta e latte (che oggi, per il consumatore, hanno un’Iva al 4%), carne e pesce (oggi al 10%)e acqua minerale (22%).
Anche gli assorbenti femminili sono tra i prodotti per i quali potrebbe venire azzerata l’Iva, dopo che era stata portata al 10% dal Governo Draghi e abbassata al 5% (insieme agli altri prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile) dal governo Meloni.
Per i prodotti che hanno già un’Iva al 4%, il risparmio per i consumatori non sarebbe molto alto, visti anche i prezzi piuttosto bassi di partenza (per esempio, su un prezzo di 4 euro al Kg per il pane, togliere l’Iva oggi al 4% porterebbe a pagarlo circa 3,85 euro al chilo), ma nel disegno complessivo di una riforma più generale e che comprenda più prodotti, sicuramente sarebbe un segnale importante per tutte le famiglie.