Risultati sondaggio: Per il 73% dei nostri lettori lo Stato deve dire sempre la verità

vanessa e greta libere 2La verità prima di tutto. È il dovere a cui i lettori di Ai.Bi. News e i visitatori del sito aibi.it richiamano il governo italiano. Anche nel caso dei presunti riscatti pagati per ottenere la liberazione di cittadini italiani rapiti all’estero. Interpellati con un sondaggio dal 19 al 26 gennaio, i nostri lettori si sono espressi a larghissima maggioranza a favore di una corretta informazione da parte delle istituzioni, considerando questa più importante della cosiddetta “ragion di Stato”.

Il 73,68% dei partecipanti al sondaggio, infatti, ha affermato che il governo, in caso di pagamento di un riscatto, dovrebbe sempre dire la verità e comunicare di averlo fatto. Solo il 26,32%, invece, sostiene che lo Stato fa bene a smentire pubblicamente di aver versato denaro ai carcerieri dei nostri connazionali per ottenerne la liberazione.

Il caso più recente, che ha ispirato questo nostro sondaggio, è quello di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due giovanissime cooperanti lombarde rapite in Siria nell’estate 2014 e liberate a metà gennaio 2015. In quella circostanza, le nostre istituzioni hanno smentito di aver pagato un riscatto, ma le voci contrarie sono circolate con insistenza.

La questione, come avviene spesso in concomitanza con eventi simili, è al centro di un intenso dibattito. Smentire l’eventuale pagamento di un riscatto, se questo è avvenuto, non è moralmente accettabile e nega ai cittadini di accedere a una corretta informazione. D’altro canto, però, diffondere la una tale notizia potrebbe incentivare un’escalation di rapimenti da parte sia dei terroristi che di delinquenti comuni alla caccia di denaro.

Su questo tema è intervenuto lo stesso ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, in una lettera aperta pubblicata sul Corriere della Sera di lunedì 26 gennaio. Rivolgendosi a una donna vittima di un sequestro insieme a suo figlio nel 1983, per i quali lo Stato non avrebbe trattato con i rapitori, Gentiloni scrive: “I sequestri di ostaggi di italiani e occidentali da parte della galassia terrorista hanno avuto caratteristiche diverse da caso a caso. Negli ultimi dieci anni i nostri governi si sono comportati sempre allo stesso modo. Combattiamo il terrorismo sul terreno e cerchiamo di salvare la vita ai connazionali attraverso le attività di intelligence nostre e dei nostri alleati. Queste attività non possono che essere riservate. Lo sono state in questi anni per lavoratori di aziende italiane, giornalisti, cooperanti. Devono restare tali, con il sostegno di tutte le forze politiche. E sarebbe un gravissimo errore accreditare voci diffuse ad arte proprio da ambienti jihadisti. Quando riesce a salvare la vita di un proprio cittadino, e lo fa senza deflettere minimamente dall’impegno senza quartiere contro i terroristi, lo Stato compie il proprio dovere”.

Un dovere che, secondo l’opinione pubblica, non può prescindere dal dire la verità. E questo è un principio che dovrebbe valere per tutte le amministrazioni statali: chi ha orecchie per intendere, intenda!