Roma. 26 gennaio. Griffini (Ai.Bi.) “Da nessuna parte ed in nessun Paese esiste il diritto a diventare genitori, ma il diritto di essere figlio”

griffin1L’interesse degli adulti o il diritto dei bambini abbandonati? Sgomberiamo subito il campo da un errore ‘ideologico’ venuto alla ribalta con le recenti esternazioni del presidente della Camera On. Laura Boldrini. Quando si parla di adozione, si fa riferimento a bambini abbandonati, cioè a minori che nati da una mamma, sono stati da questa – o da entrambi i genitori – abbandonati di fatto o privati, da un giudice, della patria potestà, e quindi abbandonati giuridicamente”. Lo ha detto Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., Amici dei Bambini, che ha preso parte alla conferenza stampa “C’è il diritto di un figlio e non il diritto a un figlio” che si è svoltail 26 gennaio 2016 alle 17, nella sala Nassirya  del Senato della Repubblica a Roma.  Per l’occasione, organizzata dal Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, i rappresentanti delle associazioni che si occupano di adozione e affido (oltre ad Ai.Bi., associazione Papa Giovanni XXIII, Azione per Famiglie nuove, Famiglie per l’Accoglienza e Progetto Famiglia) hanno fatto sentire la propria voce sul tema della stepchild adoption.

È per loro, ed esclusivamente per loro – ha continuato Griffini – che le legislazioni di ogni Paese del mondo e le convenzioni internazionali hanno decretato il DIRITTO ad essere adottati: solo chi è abbandonato ha il diritto di essere adottato!  L’adozione così – e questo va ribadito con tutta la forza necessaria – rappresenta il più grande atto di giustizia che una persona possa mai compiere nella propria vita. Da nessuna parte ed in NESSUN PAESE esiste invece il diritto a diventare genitori, cioè il diritto di avere un figlio”.

Per il presidente di Ai.Bi. “Fatta questa necessaria premessa, vediamo che sta succedendo in questo momento nel dibattito in corso sulle adozioni alle coppie omosessuali. Fra l’altro, anche qui non capisco perché si continui a mortificare la nostra lingua italiana: stepchild  adoption! Ovviamente si usa l’inglese perché si ha vergogna di usare l’italiano: l’adozione del figliastro !!! Che sarebbe ‘il  figlio avuto dal coniuge, da un precedente matrimonio o relazione, considerato dal punto di vista dell’altro coniuge“.

Quindi qui si pongono subito due questioni: “1. questo figliastro non è abbandonato – ha precisato Griffini –  in quanto un padre o una madre l’ha; 2. Ma quanti sono questi casi oggi in Italia, per suscitare così grande interesse? Perché qui occorre essere chiari : da quando in Italia c’è così grande attenzione per il problema dei minori, specialmente di quelli in difficoltà familiare? O non sarà viceversa che questo grande interesse è dettato dal fatto che questa ‘adozione del figliastro’ sia un pretesto per forzare il campo dei diritti dei bambini a tutto vantaggio degli adulti?

Vediamo i dati: prendiamo quelli relativi all’ ultimo censimento disponibile 2011.

Coppie non coniugate conviventi erano 1.242.434, di cui dello stesso sesso 7513 con 529 con figli. Ora, se non erro – ha precisato Griffini – i casi di tutela dei figliastri all’interno delle coppie di fatto, sono sempre stati risolti facendo riferimento all’ ampia casistica prevista dai vari commi dell’ art 44 della 184 /83, la vigente legge sulla adozione. A quanto mi consta sono stati risolti anche parecchi casi di figliastri all’interno di coppie omosessuali (il Tribunale per i minorenni di Roma ne ha risolti ben 16)”.

Ora perché si sente l’esigenza di porre con così grande efficacia l’interesse – ha aggiunto  – su poche centinaia di minori in difficoltà familiare?Simile interesse non lo abbiamo notato per gli oltre 34 mila minori che  oggi in Italia vivono al di fuori della loro famiglia e di cui ben 19.245 in comunità educative , quindi al di fuori di una relazione familiare . Eppure sono questi i minori che hanno diritto non solo di avere un padre e una madre ma di vivere con loro” .

E invece poco o nulla sappiamo di loro: se per il loro futuro si fosse dimostrato non dico un decimo, ma un millesimo dello stesso clamore riservato alla adozione del figliastro da parte degli omosessuali, chissà quanti di loro, oggi sarebbero figli a tutti gli effetti” .

“Invece per loro – e questo è uno dei più grandi scandali della nostra Italia – ha aggiuntoGriffini– non esiste nemmeno una banca dati, nonostante che una legge del 2000 – ben 15 anni fa – ne prevedesse l’istituzione” .

Non è servita nemmeno una vittoria al TAR del Lazio da parte di Ai.Bi nel 2012 per costringere il Ministero di Giustizia a realizzarla: nulla di fatto, con il risultato che oggi noi non sappiamo nemmeno quanti dei 35 mila minori fuori famiglia siano adottabili.

“Con il risultato che , da 15 anni ad oggi – ha detto –  le adozioni nazionali sono sempre le stesse , oscillando da 1000 a 1100, nonostante che le coppie sposate che chiedono di adottare un minore abbandonato in Italia , siano ogni anno circa 10mila (nel 2014 sono state 9657)” .

Qui allora tocchiamo un atro punto: della grande risorsa che potrebbero costituire le  famiglie italiane per i minori abbandonati, non solo in Italia, ma anche nel mondo. E i dati che seguono vanno a sfatare una delle altre affermazioni fatte girare in questi giorni: è necessaria l’adozione alle coppie omosessuali per dare una famiglia ai bambini abbandonati.

“Infatti delle più di 14 milioni di coppie coniugate – ha precisato il presidente di Ai.Bi –, ben 5.486.000 sono senza figli e molte di loro potrebbero pensare all’adozione come naturale sbocco per la loro paternità e maternità. Infatti come noto da molte indagine effettuate, le coppie coniugate non solo vorrebbero avere dei figli, ma la maggioranza afferma di volerne due. Ora circa 75 mila di loro si avvia a trattamenti di fecondazione , anche se i risultati sono piuttosto deludenti e si fermano a circa 15 mila fecondazioni (il 20 %).

Alcune migliaia si avviano invece alla adozione internazionale : purtroppo il loro numero va di anno in anno scemando, passando dalle circa 8 mila del 2004 alle 3857 del 2014.

E qui mettiamo il dito nella piaga alla grande ammalata di questi anni: l’adozione internazionale è in coma , lasciata morire da un governo che probabilmente ha fatto altre scelte. Si è creato pertanto un clima negativo nei confronti di questo stupendo atto di accoglienza che sta minando proprio alla base la fiducia delle coppie italiane.

Una cultura negativa imperniata sulla selezione, e non su una prospettiva di accompagnamento: chi si vede padre e madre di un figlio non loro, è una grande risorsa per un bambino abbandonato e come tale andrebbe valorizzata e accompagnata.

Viceversa oggi, l’adozione Internazionale è sempre più un percorso ad ostacoli , irto di difficoltà , incardinato in una legge troppo vecchia ma che nessuno – meno che mai il governo – ha intenzione di rivedere.

A chi interessa il destino di milioni di bambini abbandonati ? I bambini non sono ancora adulti !