Roma. Petrelli. “La migrazione non è un problema ma un’opportunità”

petrelli“L’immigrazione non è un’emergenza ma è una grande opportunità”. Lo ha detto Francesco Petrelli portavoce di Concord Italia prendendo parte all’incontro organizzato da Concord Italia, CeSPI e Focsiv che si è svolto il 24 novembre a Roma e che ha visto la partecipazione di esperti sulla migrazione e dei ministeri competenti: un connubio riuscito tra tecnica e politica, in un’ottica comune di lavoro a favore della coerenza sul tema della migrazione, che deve entrare a far parte dei punti caldi dell’Agenda post 2015.

“Il lavoro è al centro di questa migrazione – sottolinea Marco Zupi, direttore scientifico del CeSPI – e non si può non tenerne conto. Ripensare la migrazione, proprio perchè ha al centro il lavoro, vuol dire quindi decidere di accogliere la sfida di ripensare l’intero modello di sviluppo”.

“In questo la politica ha il ruolo decisionale- precisa – il diritto, che è più altro un dovere, di scegliere. I tre principi su cui è stato costruito il welfare state (demercificazione, destratificazione, defamiliarizzazione), oggi non valgono più, e sono messi in discussione dall’esistenza stessa delle migrazioni, in particolare miste. La domanda che non si può continuare a eludere è: ‘Ma allora, quale modello di sviluppo?’”

“Inviterei alcuni di quelli che si dichiarano a favore della chiusura delle frontiere ad assistere a un’operazione di sbarco – provoca Bucci, vice direttore DG Unione Europea, Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale – È necessario capire che questo fenomeno non si arresta e dobbiamo imparare ad averci a che fare per molto tempo ancora. Quello che è in atto non è un processo migratorio, è un processo di mobilitazione internazionale, che parte dalla finanza, dagli investimenti e ha poi riflesso sulla mobilità umana. Un fenomeno che si compone di numeri anche elevati”.

“Perché l’instabilità del mondo aumenta – aggiunge Bucci – e non è Mare Nostrum ad aver creato un’attrattiva per i migranti, come spesso si sente accusare, ma sono le situazioni che li spingono a imbarcarsi in questo viaggio ad aumentare”

Per Natale Forlani, direttore generale per l’immigrazione e le politiche di integrazione del ministero del lavoro e delle politiche sociali, “prima di ragionare come se fossimo la quinta potenza mondiale, guardiamo a cosa siamo noi in questi flussi”.

Il 60% dei nuovi arrivati è neocomunitaria: “la frontiera a est si sta allargando – continua Forlani – in un regime di libera circolazione. Stiamo creando un mercato a libera circolazione in Europa, e questo influisce sulle dinamiche di lavoro.

“Se non inquadriamo questi problemi, tutto il resto sono teorie – sottolinea il direttore generale per l’Immigrazione e le politiche di Integrazione – Chi fa politica deve guardare i problemi reali della gente a partire dagli immigrati che sono già qua e dal mercato del lavoro. Molti problemi sono un derivato della mancanza di politica estera”.

“Importante è contribuire a fare la classe dirigente di questi Paesi – continua – se facciamo così forse in qualche anno riusciamo a fare qualcosa di serio. E questo si può fare impostando una nuova politica di rapporti internazionali basati sulle reciprocità, non sul paternalismo. Manca un’idea realistica di cosa può essere l’Italia oggi: un paese vecchio, senza giovani, che crede poco negli investimenti di capitale umano, che non ha una nuova generazione di imprenditori”.

Per Forlani “Bisogna iniziare a investire in questa direzione, e da qui si può iniziare ad aiutare anche gli altri. Quando poi si pensa che gli immigrati abbiano una brutta percezione di noi, è proprio il contrario. Non siamo un paese razzista. Siamo un Paese che chiede attenzione ai problemi della gente. Siamo il Paese con più alto tasso di donazioni ad esempio: dovrebbe essere un orgoglio presentare l’Italia con il suo altissimo numero di adozioni a distanza”.