Salerno: l’affido come prevenzione di disturbi neuropsichiatrici

affido“Oggi in Provincia centinaia di bambini vivono in condizioni di semi abbandono o peggio ancora parcheggiati in comunità educative, senza alcuna relazione familiare”. La drammatica denuncia arriva dal consigliere provinciale di Salerno Salvatore Iannuzzi. Una possibile soluzione al problema del crescente numero di minori costretti a vivere in situazioni difficili sarebbe, secondo lo stesso consigliere, l’affido familiare.

“Troppe famiglie vivono in condizioni di disagio psico-sociale e non sono in grado di sostenere i propri figli – rileva Iannuzzi, di professione neuropsichiatra –. È importante invece promuovere l’affido familiare come strumento di accoglienza capace di dare stabilità a un minore in difficoltà”.

Per questo ha scritto al prefetto, al presidente della Provincia Antonio Iannone e a tutti i sindaci del salernitano, rilevando come, a fronte di un aumento in forma esponenziale del numero di minori non accompagnati, non sia cresciuta anche la cultura e la pratica dell’affido temporaneo.

Incoraggiando questa strategia di aiuto ai minori provenienti da famiglie difficili, Iannuzzi sottolinea come essa non comporti una sostituzione di affetti perché è sempre garantito il mantenimento dei rapporti con il nucleo familiare di origine.

“La famiglia – spiega il consigliere salernitano – rappresenta l’ambiente nel quale il bambino cresce, sviluppa le proprie potenzialità, apprende le regole del vivere civile, progetta il suo futuro, ma anche il luogo nel quale viene plasmata la sua struttura psichica. Dare una sana famiglia ai bambini che vivono in situazioni di disagio – conclude Iannuzzi – significa anche e soprattutto prevenire la crescita di disturbi neuropsichiatrici infanto-adolescenziali, assicurare alla società di domani uomini sani e garantire diritti costituzionali di tutela dei cittadini minori”.

Se prima l’affido era prevalentemente una misura volta a combattere il disagio sociale, oggi mira anche a contrastare la precarietà economica e lavorativa dei genitori, le cui conseguenze ricadono sui figli. I quali invece hanno sempre diritto a un contesto positivo dove giocare, correre e studiare.

 

Fonte: Salernonotizie