Salviamo i bimbi dagli esperimenti

FECONDAZIONE 400 286La Corte costituzionale è chiamata a pronunciarsi, proprio oggi (24 febbraio), sul caso di due “mamme”. Forse qualcuno ricorderà che una ventina di anni fa comparvero sui giornali titoli simili: “Primo bebè figlio di due madri” (Il Giornale, 15/6/1998). Allora il significato era questo: si trattava di una tecnica di fecondazione artificiale nella quale si erano fusi due ovuli, per produrre un “superovulo”. Il bimbo nato da questo superovulo fecondato avrebbe avuto il patrimonio genetico di due donne, anziché di una, ma sarebbe cresciuto con una sola delle due mamme genetiche e con il proprio padre biologico. La tecnica, dichiarò il dottor Michael Feinman, “è sperimentale, non abbiamo sufficienti prove che funzioni”. Non funzionò: i 30 bambini nati così non erano superbambini, come sperato, ma “cumuli” di patologie. La tecnica fu abbandonata. Nessuno ne parlò più, ma queste persone esistono, e pagano nel corpo e nella psiche l’esperimento fatto sulla loro pelle. Esempi del genere se ne potrebbero fare a decine, ma l’importante è porsi una domanda: come mai è divenuto lecito sperimentare sull’uomo, come ai tempi del nazismo? Addirittura su bambini che devono ancora nascere e che certo non possono dare il loro consenso a queste sperimentazioni? Il citato Feinman, almeno, fu onesto: non sappiamo cosa accadrà, disse.

Queste sono le domande che si pone Francesco Agnoli nell’articolo a sua firma dal titolo “Salviamo i bimbi dagli esperimenti” pubblicato oggi 25 febbraio su Libero.

Riportiamo qui la versione integrale dell’articolo.

NUOVE FORMULE

Oggi invece si è trovata una formula più avvolgente: “Non vi sono evidenze scientifiche riguardo ad effetti negativi sui bambini cresciuti con due genitori dello stesso sesso”. Le cosiddette famiglie omogenitoriali, dunque, non presenterebbero, per ora, controindicazioni evidenti. Ci sono addirittura avanguardisti come Chiara Lalli e Ivan Scalfarotto, che nel loro” Buoni genitori. Storie di mamme e papà gay” sostengono che, anzi, la verità sta all’opposto: le “competenze genitoriali” di due gay, sarebbero addirittura “superiori”. Benchè, si aggiunge, persino molti omosessuali condividano “la credenza stereotipica che per uno sviluppo sano e proattivo di un bambino siano necessarie due figure genitoriali di sesso opposto”, dimostrando così l’esistenza di una “omofobia interiorizzata” anche in loro!

In verità l’affermazione secondo cui “non vi sono evidenze scientifiche…”, si appoggia su ricerche dubbie ed “interessate”, in contrasto con analisi ben più approfondite che vanno in senso opposto, come dimostra Massimo Gandoffini, neuroscienziato e psichiatra, nel suo “Mamma e papà servono ancora?”. Si può aggiungere che queste indagini non possono che basarsi sui pochi casi esistenti, e spesso su bambini ancora piccoli, nei quali eventuali disturbi comportamentali non appaiono ancora visibili né quantificabili. Quante volte è accaduto che tecniche di fecondazione artificiale sono sembrate innocue, sino ai 15-20 anni di età dei «prodotti», per svelare solo in seguito la loro nocività?

LA DOMANDA

Quello che viene da chiedersi, però, è se davvero sia logico semplicemente porsi la domanda. C’è qualcuno che sostiene che non vi è alcuna “evidenza scientifica” che impedisce di far nascere gli orsi polari all’equatore? Effettivamente l’evidenza non c’è, ma per il semplice fatto che nessuno ha mai pensato fosse intelligente cerarla. Questo perché la scienza nasce e cresce indagando la realtà, comprendendola, descrivendola, non manipolandola. Francesco Bacone ricordava che “alla natura si comanda solamente obbedendole”. La virtù degli scienziati, scriveva Cartesio, è la meraviglia: la natura con le sue leggi, il suo funzionamento dimostra una prodigiosa e ammirevole “intelligenza”.

I grandi scienziati hanno sempre visto nelle leggi naturali, come dicevano Keplero, Pascal ed Einstein, “pensieri di Dio”, o, in altri termini, un ordine mirabile, da rispettare. Eppure, quanto all’uomo, dicono oggi in tanti, la scienza non conta. Neppure il diritto classico, basato sul principio suum cuique tribuere (dare a ciascuno ciò che gli spetta), ha più rilevanza. Possiamo rifare, con la forza della legge e della tecnica, la natura stessa, qualora essa non stia “al passo con i tempi”, e non risponda “alle richieste dell’Europa”…. Renzi, il Corriere, Repubblica sono molto più “avanti” della natura, della biologia…Forse troppo avanti, e molti andranno a sbattere.