Siria. Fuggire o restare: il dramma di chi vive ad Aleppo

OMARPiù di 330 civili, tra cui 74 minori, sono morti nella città di Aleppo, in Siria, negli ultimi 30 giorni. A denunciarlo è l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Sabato scorso un missile lanciato dai jihadisti ha colpito anche il Collegio di Terra Santa dei francescani, uccidendo una donna e ferendone altre due.  Aleppo è la città più colpita della Siria, la più martoriata. Il nostro Collegio di Terra Santa, che accoglie tutti i cristiani di Aleppo, i bambini e i giovani, fino a pochi giorni fa, era l’unico posto in cui potevano almeno respirare aria pulita, stare tranquilli e giocare in santa pace. E invece sabato scorso sono stati colpiti da un missile, che ha seminato il panico in tutte le persone che si trovavano qui.

Allora che fare? Lasciare la Siria? Lo abbiamo chiesto a Omar, uno degli oltre 13 mila beneficiari della campagna “Non lasciamoli soli” che Amici dei Bambini ha lanciato per aiutare le famiglie di sfollati, di mamme e bambini siriani che hanno perso tutto a causa della guerra.

Quando incontri una famiglia che ti dice di voler lasciare il Paese, che cosa provi?

Provo un’amarezza e una tristezza indescrivibili, perché la domanda vera è: dove andare? E come andare? Queste persone, come è avvenuto con tante famiglie, sono state derubate di tutto, hanno venduto case, averi. E questo per poter prendere una barca e, tramite la Turchia, arrivare in Grecia e quindi in Europa. Ecco perché è fondamentale l’ invito alla comunità internazionale per un impegno veramente serio, a non lasciare questa gente, a non considerarla solo come numeri, ma a prendere atto, in maniera cosciente davanti a Dio, che questi sono fratelli e sorelle che soffrono.

Omar viene da Maarast-Alkhan un villaggio nella campagna a nord di Aleppo: “le forze del regime hanno occupato le nostre aree abbiamo dovuto lasciare le nostre case senza niente e siamo sfollati qui ad Atarib”.

I bisogni di Omar sono uguali a quelli di altre migliaia di sfollati “Ci serve di tutto – continua – kit per l’igiene, acqua, casa e cibo sono davvero cari e non realmente disponibili

E i bambini non hanno latte e pannolini che sono troppo costosi.

Vorrei chiedere a tutte le organizzazioni – dice Omar lanciando un appello – di aiutare il popolo siriano che sta veramente soffrendo e ha bisogno di tutto. Per questo mi ritengo fortunato per ricevere il kit di Ai.Bi.: è buono e ci ha aiutato ma ne serve sempre di più”.

Allora è proprio a chi come Omar, che nonostante tutto decide di rimanere nella propria terra, che Ai.Bi rivolge il suo aiuto con la Campagna “Non lasciamoli soli”, fornendo supporto alimentare, sanitario, educativo e psicologico di cui hanno beneficiato finora migliaia di bambini e famiglie. Ed è proprio per sostenere i bambini e le famiglie siriane in questa drammatica fase della loro vita, puoi effettuare una donazione a favore della campagna “Non lasciamoli soli”. Per scoprire in che cosa consisterà concretamente il tuo aiuto, visita la pagina dedicata.

Fonte: http://it.radiovaticana.va/