Siria. I bambini sognano di morire per andare in paradiso. La lotta di Ai.Bi. per ridare l’infanzia perduta: un’adozione a distanza per ogni bambino

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Bambini siriani che non riescono più a dormire per gli incubi, che non sono in grado di trattenere la pipì, che si spaventano per una porta sbattuta dal vento, che sognano di morire per andare in Paradiso dove finalmente saranno al sicuro e al caldo. Dove poter reincontrare i propri compagni e amici e poter giocare con loro. “Sogni” al limite dell’inverosimile ma del tutto comuni per i bambini siriani che se con le proprie gambe riescono a scappare e che con la mente sperano di andare talmente lontano che questo si identifica con il Paradiso.

E ciò che è peggio, è che per realizzare questo loro sogno, molti bambini arrivano a praticare su se stessi atti di autolesionismo o a tentare il suicidio, a volte riuscendovi.

Sono i figli della Siria della guerra, sconvolta ormai da sei anni di combattimenti e raid. Oggi in Siria sono 5,8 milioni i bambini che vivono sotto i bombardamenti, e tre milioni di questi sono nati con la guerra in corso e non conoscono altre realtà.

 Due bambini su tre dicono di aver perso qualcuno che amavano (come emerge da una ricerca di una Ong), la loro casa è stata bombardata o sono rimasti feriti a causa del conflitto. Molti adolescenti fanno uso di droghe per affrontare lo stress e sempre più bambini, anche sotto i sette anni, vengono reclutati dai gruppi armati o si arruolano volontariamente pur di mangiare.

Ci sono bambini che smettono di parlare o che sono affetti da paralisi temporanee alle gambe o alle braccia. E temono di non avere più alcun futuro. Su tutti loro ciò che preoccupa maggiormente è l’impatto psicologico: la mancanza di sonno e di riposo è estremamente pericolosa per la salute fisica e mentale dei bambini e può portare a gravi conseguenze di natura psichiatrica nonché a malattie a volte mortali.

Per questo e per loro Ai.Bi. continua ad essere in prima linea con interventi di prima e seconda emergenza. Da più di quattro anni Amici dei Bambini opera nelle province di Aleppo, Idlib, Homs e Rural Damasco, fornendo supporto alimentare e psicologico, avviando la realizzazione di un ospedale pediatrico dentro la collina (al riparo dalle bombe) e promuovendo iniziative di autosostentamento. Finora abbiamo portato aiuti umanitari a oltre 35mila bambini siriani sfollati e alle loro famiglie. Ma non è sufficiente. Bisogna fare di più: e tu ci puoi aiutare.

Sostenendo i vari progetti, infatti, riusciremo a raggiungere sempre più bambini e donne mantenendo così viva in loro, la speranza. Come? Semplice, attivando un’adozione a distanza o effettuando una donazione libera al progetto “Non lasciamoli soli”.

Fonte: Avvenire