Siria, medici in fuga: le ong chiedono più risorse per lo staff negli ospedali

ospedale siria200Dal nostro corrispondente (Luigi Mariani) – In Siria ci sono sempre meno medici. Le scarse condizioni di sicurezza e i salari insufficienti stanno provocando una vera e propria “emorragia” di professionisti: sono sempre di più quelli costretti a lasciare le strutture mediche, soprattutto nel nord del paese.
A lanciare l’allarme, alcune ong attive in Turchia, che forniscono servizi di assistenza medico sanitaria alla popolazione civile colpita dal conflitto.

Secondo il referente di un’importante organizzazione internazionale, a mancare non sono solo le medicine, ma anche e soprattutto le risorse per mantenere il personale. “A cosa serve fornire medicinali o attrezzature, se poi manca lo staff negli ospedali e nelle cliniche?”, è la domanda posta provocatoriamente durante un meeting di coordinamento della comunità umanitaria riunita nella città di Gaziantep.

Sempre più di frequente, infatti, si riportano casi di dottori e infermieri che, per poter lavorare con la necessaria concentrazione, sono costretti a mandare i propri cari in Turchia per ragioni di cautela, così da non doversi preoccupare per la loro incolumità: questo però comporta spese familiari ancora maggiori, che i bassi (talora inesistenti) stipendi non riescono sempre a coprire.

Ciò accade in particolar modo nella striscia che va da Aleppo a Idlib, nelle zone dove sono ancora frequenti gli scontri fra governo e opposizione. In certe aree, la situazione è “calda” a tal punto, che persino i volontari cominciano a scarseggiare, scoraggiati dalle condizioni d’insicurezza. Chi rimane, è dunque costretto a compensare le defezioni dividendosi fra più strutture, lavorando a ritmi quasi insostenibili, con turni che vanno anche dalle 10 alle 12 ore al giorno, a seconda del numero di pazienti e della mole di lavoro.

Una situazione analoga si riscontra anche a Binnish, dove Amici dei Bambini, in collaborazione con l’Associazione Syrian Children Relief, supporta l’ospedale locale e tre cliniche dislocate nei villaggi circostanti. Oltre a fornire farmaci da banco e medicinali di pronto soccorso, Ai.Bi. contribuisce anche alle spese per la gestione, la manutenzione e il potenziamento delle strutture, anche al fine di garantire il corretto e costante funzionamento delle strumentazioni.

Lo staff è composto complessivamente da circa una ventina di persone, tra medici e infermieri, che lavorano con grande dedizione, in un contesto non facile. Nei prossimi mesi, Ai.Bi. fornirà loro tutto il sostegno necessario per aiutarli a svolgere il loro prezioso servizio a favore della comunità, nelle migliori condizioni possibili.

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.