siria. gli sfollati guardano a casa

Siria. Il sogno del ritorno a casa dei profughi fuggiti in Libano. Ai.Bi. all’opera per sostenere chi è ai limiti della sopravvivenza

I milioni di sfollati che vivono nel Paese dei cedri, nei campi di accoglienza o in baraccopoli improvvisate ai confini con il Paese di loro provenienza, vivono nella costante attesa del momento buono per provare a tornare in patria, anche se le speranze sono ormai ridotte al lumicino e le giovani generazioni stanno crescendo senza istruzione né fiducia nel futuro

Amici dei Bambini opera dal 2013 in Siria per cercare di dare sostegno e supporto a bambini e madri-capofamiglia, le persone più fragili tra i sopravvissuti alla guerra, che ancora sembra non essere arrivata al capolinea. L’imperativo è ‘Non lasciamoli soli’

siria. gli sfollati guardano a casaFamiglie che guardano, a pochi chilometri di distanza, la loro patria tanto agognata quanto ancora persa, attendendo con trepidazione il momento giusto per provare a tornare a casa, per cercare di tornare alla normalità di una vita che da ormai troppi anni non è più quella di ‘prima’: è quanto stanno vivendo milioni di profughi siriani fuggiti nel mezzo dei momenti più aspri del conflitto che ha insanguinato e continua a insanguinare la Siria.

Nell’ottavo anno di guerra, chi si è rifugiato oltreconfine, in Libano, guarda la propria terra distante pochi chilometri come fosse lontana anni-luce.

Il reportage di Luca Attanasio sulla Stampa rende molto bene il senso di questo stato di stasi inquieta: “Sono qui con la mia famiglia dal 2015 – spiega Abdulkadir, un uomo sulla cinquantina giunto nel momento in cui la guerra infieriva senza tregua su Aleppo, con i suoi nove figli e la moglie – abbiamo ancora il terrore negli occhi e nelle orecchie, i bambini sognano spesso il suono delle bombe”. Ma la speranza di un futuro diverso – scrive Attanasio – in queste tende tanto dignitose quanto fatiscenti, in mezzo al nulla dell’ultima propaggine del Paese dei cedri, sembra ormai ridotta al minimo. “Sogno di riprendere a studiare – dice uno dei figli, il diciannovenne Ahmed – non ricordo più come si scrive”. Purtroppo non rammenta più neanche come si gioca, come si trascorre il tempo spensierati e liberi, alla maniera degli adolescenti, è la cruda constatazione del giornalista.

Ma mentre nel Paese dei cedri, ormai ribattezzato da più parti come il ‘Paese dei profughi’, la situazione continua a non incoraggiare chi è scappato a rientrare, nonostante gli scontri in Siria stiano lentamente diminuendo, c’è anche chi – e sono centinaia di migliaia di famiglie – è rimasto e sopravvive all’interno dei confini siriani. Ormai allo stremo delle forze e, se possibile, con speranze di ritorno alla vita di un tempo ancora minori rispetto a chi è fuggito per accamparsi in un campo di accoglienza libanese. Madri e mogli rimaste senza mariti morti in battaglia, anziani e soprattutto bambini che ogni giorno devono fare i conti con la morte: a causa di una mina inesplosa, di una bomba sganciata da uno dei contendenti stranieri, o della fame e degli stenti che caratterizzano ogni giornata.

Per venire in soccorso delle popolazioni maggiormente in difficoltà, Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini è attiva sul territorio siriano fin dal 2013, con progetti di cooperazione internazionale che portano aiuti e competenze alle persone, favorendone il sostegno psicologico e formandole alla coltivazione di piante, frutti, ortaggi o all’allevamento di pecore per il sostentamento proprio e dei vicini di casa, facilitando la creazione di micro-imprese che aiutino un rilancio della piccola economia locale. Per aiutarci a trasformare in aiuto concreto il desiderio di continuare a stare accanto ai più piccoli e indifesi del popolo siriano, è possibile contribuire alla Campagna ‘Non Lasciamoli Soli’, donando una razione alimentare, una cesta di alimenti-base per una famiglia o il supporto psicologico per 10 bambini siriani che hanno dovuto guardare negli occhi l’orrore della morte e della devastazione.

 

Fonte: La Stampa