Dalla famiglia, al lavoro, alla sanità… In Siria tutto è in mano alle donne

Dall’inizio del conflitto nel 2011, con migliaia di uomini migrati o morti in guerra, sono le donne che hanno riempito i posti vacanti del personale medico della Siria.

Sbrigativamente, dalla sicurezza delle nostre case, si potrebbe dire che le donne siriane hanno fatto “di necessità, virtù”. Ma la realtà è ben più complessa, e più drammatica, di così.
Perché, innanzitutto, non è stata la necessità di un lavoro a portare tante donne siriane ad avvicinarsi e intraprendere professioni mediche e infermieristiche: tante di loro lo hanno fatto con convinzione e con la motivazione di poter avere un ruolo molto importante nel quadro di una situazione resa drammatica dalla guerra e dalla pandemia.

Il ruolo fondamentale delle donne medico

Come ha sottolineato Sarah al-Ahmad, 35 anni, infermiera a Idlib, al giornale Enab Baladi: “Il ruolo delle donne non può essere ignorato, poiché hanno riempito i posti vacanti derivanti dalla migrazione del personale medico dalla Siria dall’inizio del conflitto nel 2011”.
Le donne hanno fatto breccia in vari campi medici, tra cui l’assistenza ambulatoriale, la terapia fisica e l’ostetricia. Hanno contribuito al successo di molte strutture mediche e hanno dimostrato le loro capacità in questo campo e in altri campi di assistenza, istruzione e sensibilizzazione.

La storia di al-Ahmad è quella di una donna che ha scelto di diventare infermiera per “aiutare i pazienti indigenti che soffrono di povertà, assedio e guerra e che hanno perso tutto, anche la loro salute fisica”. Spinta dalla sua passione, al-Ahmad si è laureata presso l’istituto infermieristico e ha partecipato a diversi corsi di formazione medici, che l’hanno aiutata ad arricchire le sue conoscenze, migliorare le sue capacità ed entrare nel campo con più forza e con più sicurezza.

Il settore medico a Idlib e nella Siria nordoccidentale sta soffrendo enormemente dopo essere stato impoverito dalla guerra per più di dieci anni, durante i quali le macchine militari del regime e dei suoi alleati hanno distrutto ospedali e centri medici e costretto i professionisti specializzati a lasciare il Paese.

La crisi generata da guerra e pandemia

Inoltre, la pandemia di COVID-19 ha esercitato ulteriore pressione sul settore sanitario della regione, con un aumento giornaliero dei contagi a causa della mancanza di consapevolezza e di metodi di prevenzione e della fragilità dei sistemi sanitari esistenti.

La trentenne Dr. Ranad al-Taweel ha parlato con Enab Baladi della sua esperienza nell’aiutare un gran numero di pazienti con il Coronavirus che arrivano in condizioni critiche. Ha descritto come si prende cura dei suoi pazienti offrendo loro le cure mediche necessarie e seguendo i loro casi dopo averli aiutati a indossare le maschere di ossigeno. Al-Taweel ha informato Enab Baladi che anche se l’ospedale di isolamento nell’area di Kelli non accetta più casi di coronavirus, i quadri medici stanno lavorando duramente per ricevere nuovi pazienti e indirizzarli ad altri ospedali specializzati.

Al-Taweel ha elogiato il contributo delle donne al campo medico, dove sono riuscite a distinguersi, a sostenere i colleghi maschi e ad aiutare il settore sanitario a rialzarsi. “Le donne non sono rimaste a guardare il settore sanitario deteriorarsi dopo aver subito gravi crisi umanitarie in mancanza di materiali, attrezzature e personale medici necessari. Diverse ragazze e donne si sono iscritte a corsi di medicina e pronto soccorso e poi hanno iniziato a lavorare in ospedali, centri medici e centri sanitari”.

L’Adozione a Distanza per le donne capofamiglia in Siria

Come loro, tante altre donne hanno preso su di sé il peso di portare avanti le famiglie facendo diversi lavori. Proprio a loro è dedicata una parte dei progetti che Ai.Bi. porta avanti in Siria insieme al suo partner Kids Paradise: nell’ultimo anno, anche grazie agli aiuti di tutti coloro che hanno attivato un’Adozione a Distanza per la Siria, Ai.Bi. ha costruito oltre 100 serre per la coltivazione e la vendita di ortaggi e distribuito centinaia di capi di bestiame alle donne capofamiglia. Un progetto che tutt’ora prosegue e che chiunque può sostenere grazie all’Adozione a Distanza. [btnsx_dual id=”162084″]

Foto Enab Baladi – Syria Civil Defence