Tribunale dei Minori a rischio, l’allarme: “Senza tribunale disastro sociale”

maggia procuratore minorile genovaCristina Maggia, Procuratore Minorile di Genova,  interviene sul rischio di accorpamento dei Tribunali per i minorenni a quelli ordinari. Un’ipotesi che non esita a definire “un disastro”, e spiega: “Qui ci vogliono tempo e specialità. Quando il Tribunale dei minori emette una condanna, abbiamo perso tutti”. Di seguito riportiamo integralmente l’intervista che il Procuratore Minorile del capoluogo ligure ha rilasciato alla giornalista di “Repubblica” Michela Bombani.

 

«Un disastro»: non usa mezzi termini, Cristina Maggia, procuratore dei Minori di Genova e vicepresidente dell’Aimmf, l’associazione nazionale dei magistrati per i minorenni e per la famiglia. I Tribunali dei minori saranno accorpati ai Tribunali di giustizia ordinaria e la Procura minorile diventerà un gruppo specializzato istituito presso la Procura ordinaria. «Si buttano alle ortiche cinquant’anni di cultura minorile in Italia e a Genova: non lavoriamo come la giustizia ordinaria, per noi al centro non c’è il fatto, il reato, per noi al centro c’è il ragazzo, il bambino»: suona l’allarme il procuratore Maggia, e sabato scorso a Roma, l’associazione Aimmf ha approvato un documento in cui si chiede alla Commissione Giustizia della Camera di cancellare il cosiddetto “emendamento Ferranti”, approvato a fine gennaio, che tirerebbe una riga sulla cultura minorile nel nostre Paese. E sul nostro territorio.
«Un disastro»: non usa mezzi termini, Cristina Maggia, procuratore dei Minori di Genova e vicepresidente dell’Aimmf, l’associazione nazionale dei magistrati per i minorenni e per la famiglia. I Tribunali dei minori saranno accorpati ai Tribunali di giustizia ordinaria e la Procura minorile diventerà un gruppo specializzato istituito presso la Procura ordinaria.

«Si buttano alle ortiche cinquant’anni di cultura minorile in Italia e a Genova: non lavoriamo come la giustizia ordinaria, per noi al centro non c’è il fatto, il reato, per noi al centro c’è il ragazzo, il bambino»: suona l’allarme il procuratore Maggia, e sabato scorso a Roma, l’associazione Aimmf ha approvato un documento in cui si chiede alla Commissione giustizia della Camera di cancellare il cosiddetto “emendamento Ferranti”, approvato a fine gennaio, che tirerebbe una riga sulla cultura minorile nel nostre Paese. E sul nostro territorio.

A metà marzo, a Genova, magistrati,avvocati, operatori sociali e sanitari, sindacati stanno organizzando una giornata di studio proprio per lanciare l’allarme e mettere in guardia sugli effetti dell’emendamento “Ferranti” al ddl delega del governo sulla riforma del processo civile e della famiglia e dei minori.

Procuratore Maggia, perché si cancellano il Tribunale e la Procura dei minori?

«Per razionalizzare i costi. E invece non si comprende che, tra cinque anni, i costi che pagheremo in termini sociali e anche economici saranno altissimi. Questo è un disastro».

Un esempio.

«Uno banale. Un ragazzino non va a scuola. Oggi apriamo in Procura un fascicolo, lavoriamo con i servizi, con la scuola, cerchiamo di lavorare con la famiglia, che spesso ha bisogno soltanto di rimettersi sui binari giusti. Il ragazzino ritorna regolarmente a scuola. E il caso rientra. Chiudiamo il fascicolo, ci scriviamo su “non luogo a procedere”. Domani tutto questo lavoro non esisterà più: domani il caso diventa immediatamente un fascicolo del Tribunale ordinario. Che sfocerà in una sentenza. Invece di una riforma scellerata chiediamo una riforma giusta, perché una riforma è necessaria, ma non a scapito delle buone pratiche accumulate in anni di esperienza e cultura minorile».

Sul tavolo ha un fascicolo: è un esempio anche questo?

«Si tratta di una segnalazione anonima di uno psicologo: ha un paziente che scrive cose terribili sul padre. Io non cestino le segnalazioni anonime. Le approfondisco. Abbiamo avvertito la polizia giudiziaria minorile, perché trovasse le persone coinvolte in questa vicenda, la scuola, la famiglia. Ecco la polizia minorile…».

Scompare anche quella?

«Certo, e le assicuro che lavora in modo fantastico. Qui non cerchiamo criminali incalliti, qui cerchiamo di tutelare e proteggere e aiutare i minori. Un altro modo di vedere e affrontare le cose. Come può lavorare un agente non abituato a muoversi, delicatamente e in maniera ovattata, in questo mondo?».

E dopo la polizia?

«Abbiamo individuato i riferimenti di questo ragazzo e ora ci stiamo lavorando. Devo capire se è una bizza di un adolescente oppure c’è un malessere profondo, se il suo grido di aiuto è scatenato da fattori oggettivi e gravi. Allora decideremo se scrivere qui sopra “non luogo a procedere” oppure se prendere il fascicolo e mandarlo al Tribunale dei minori».

Un lavoro delicatissimo: di quanto alleggerisce il Tribunale minorile?

«Il nostro distretto va da Ventimiglia a Massa Carrara. Nel 2015, su 2000 segnalazioni arrivate in Procura dal distretto, abbiamo mandato 700 fascicoli al Tribunale dei minori. Significa che per 1300 casi il lavoro di regia con i servizi, con le scuole, con le famiglie ha evitato un procedimento. Facendo risparmiare tempo al Tribunale, e denari dei processi, oltre all’impatto sociale che un procedimento ha su un minore. Vede però, tutto questo lavoro è invisibile, non rientra nelle statistiche. Non è calcolato il suo pregio. Così lo cancellano».

Scusi, ma c’è qualcuno che non è contrario all’emendamento?

«Da noi arrivano persone che non possono pagare l’avvocato, hanno tutti il gratuito patrocinio, significa un costo enorme per la collettività, ma una perdita enorme per gli avvocati».

La riforma vi trasforma in un sottoinsieme del Tribunale e della Procura ordinari?

«Perderemo la nostra autonomia, si disperderanno competenze specifiche perché a capo del gruppo specializzato ci potrà finire anche chi non ha competenze specifiche. Qui parliamo di minori, ci occupiamo di tutela, protezione e recupero, ma sotto un procuratore ordinario della Repubblica i minori finirebbero nel dimenticatoio. Schiacciati dall’accumulo di pratiche ordinarie. Qui ci vuole tempo e specialità. Quando il Tribunale dei minori emette una condanna, abbiamo perso tutti».

Quando si arriva alla detenzione del minore?

«Proprio il lavoro delicatissimo che svolgiamo porta dati che parlano da soli: in Italia ci sono 450 detenuti minori, mentre 17.000 sono seguiti a piede libero sul territorio dai servizi. E il 90% dei detenuti sono stranieri, perché spesso non si può lavorare sulle famiglie e dunque il nostro ruolo è annullato. In Liguria i dati, in proporzione sono gli stessi, il 90% dei detenuti è straniero».

Il Procuratore minorile svolge anche controlli sulle comunità: continuerà a farlo?

«Controlli sulle comunità, sulle strutture e sulle case famiglia: è già difficile ora, che siamo in pochi. Scompariranno. Sa cosa significa? Case lager, come quelle che anche in Liguria ho trovato. Una volta ho scoperto una struttura dove i ragazzi dormivano in letti senza lenzuola, in mezzo alla sporcizia, ma chi gestisce le strutture guadagna profumatamente, circa 100 euro al giorno per ragazzo. Soldi pubblici, è giusto sorvegliare che vengano investiti invece che rubati. Oltre a proteggere i ragazzi da condizioni di vita allucinanti. Chi lo farà? Questo vale per i turni esterni: siamo reperibili h24: ci chiamano le forze dell’ordine, gli ospedali, i servizi, ogni volta che devono soccorrere o gestire un minore: un magistrato ordinario, con tutto il carico di lavoro che ha, come saprà farlo?».