Tribunale dei Minori di Roma, l’odissea delle coppie “vincolate”

«Per ben tre volte hanno cambiato decreto modificando una frase, ma sempre indicando la stessa età. Alla fine ci siamo rivolti a un avvocato». A parlare è una coppia romana esausta, che sfoga la sua insofferenza contro una prassi giudiziaria in uso presso il tribunale a cui si è rivolta; prassi riguardante l’emissione dell’idoneità, che vincola le possibilità di adozione internazionale entro limiti di età non corrispondenti alle reali esigenze del mondo dell’adozione.

Si tratta dei cosiddetti decreti vincolati, emanati dal Tribunale dei Minori di Roma. Non si contano le sofferenze delle coppie, costrette a queste forche caudine. Per altro l’introduzione nel decreto di un vincolo relativo all’età del minore adottabile non è obbligatoria, in quanto non prevista dalla legge in vigore.

In particolare i decreti in questione vincolano le coppie ad adottare minori stranieri di età molto bassa, se non prescolare. Eppure, stando all’ultimo rapporto della Commissione per le Adozioni internazionali, l’età media dei minori adottabili all’estero si innalza, e ha raggiunto i 6,1 anni. Inoltre, alcuni Paesi hanno bisogno di coppie per l’adozione di minori dai 9 anni in su (ad es. Bielorussia 14, Messico 9,4 e Polonia 8,3).

Perché alcune coppie, che per la legge italiana potrebbero adottare questi minori, non devono poterlo fare?

Lo sanno bene le coppie entrate nell’orbita del Tribunale romano dei Minori. Scrive una coppia, in un commento apparso sul sito di Ai.Bi.: «Il tribunale di Roma… terribile… decreti vincolanti… noi abbiamo dovuto lottare un po’ con i servizi sociali e il giudice».

E ancora: «Pensate che noi avevamo un’ottima relazione dei Servizi Sociali con la quale venivamo dichiarati idonei per due fratelli entro gli otto anni, e il tribunale ci aveva dichiarati idonei per fratelli entro i sette anni. Sotto nostra istanza alla fine abbiamo ottenuto un decreto corretto. Ci sono voluti mesi500 euro per avvocati e dispendio di grande energia. E questo era solo l’inizio».

Forse quel che non è chiaro ai tribunali come quello romano – esperti in materia di diritto, ma evidentemente poco competenti sui restanti aspetti dell’adozione – è che più si impongono limiti alle coppie adottanti, più le si costringe a sperperi economici, spremendole con spese superflue e innecessarie.

Ecco un motivo in più per sottoscrivere il Manifesto Ai.Bi., che propone di togliere la competenza sul rilascio delle idoneità ai Tribunali dei Minori lasciandola ai Servizi Sociali in collaborazione con gli Enti Autorizzati, come peraltro avviene in tutti gli altri Paesi europei.