Un Oscar per Nazar Mohammad, giustiziato dai talebani

La proposta arriva da Carlo Giovanardi: assegnare un premio Oscar al comico Afghano Nazar Mohammad, le cui immagini mentre scherza con i talebani che lo portano a morire hanno fatto il giro del mondo

Sono tantissime le immagini che in questi giorni terribili rimbalzano dall’Afghanistan su tutti i social e le televisioni. Immagini quasi sempre terribili, di disperazione e di morte, inframmezzate, ogni tanto, da qualche raggio di speranza e da qualche gesto di umanità che diventa ancora più luminoso arrivando da scenari così angoscianti. È stato il caso, per esempio, delle foto del console italiano Tommaso Claudi che portava in salvo un bambino sottraendolo dalla calca sottostante.

Giovanardi: un Oscar per Nazar Mohammad

Decisamente più tragiche, pur immortalando un comico che continua a recitare e scherzare con gli uomini che lo conducono alla morte, sono quelle di Nazar Mohammad, l’attore afghano noto con il nome d’arte di Khasha Zwan, famoso per le prese in giro che faceva, ballando e cantando, dei talebani.

Arrestato da due uomini armati, il video mostra Nazar continuare a scherzare, mentre uno dei due uomini ride e l’altro lo schiaffeggia fino a zittirlo. Lì il video si interrompe. La vita di Nazar Mohammad durerà poco di più, il tempo di venire torturato e sgozzato, come racconterà il suo corpo ritrovato successivamente.

A partire da queste immagini, l’ex ministro Carlo Giovanardi ha proposto che l’Academy gli riconosca un premio alla prossima Notte degli Oscar. Attraverso l’Occidentale Giovanardi lancia “la proposta di candidare Nazar Mohammad al conseguimento di questo Premio, che può essere assegnato postumo anche ad artisti non viventi, come accadde a suo tempo per Peter Finch, deceduto nel 1977 tra la decisione di premiarlo come miglior attore dell’anno e la Cerimonia di consegna”.

“Sarebbe davvero un gesto nobile e denso di significato – prosegue Giovanardi – perché non vengano dimenticate troppo presto le promesse di non abbandonare al loro triste destino non soltanto le donne afgane, ma anche chi esercita la professione di attore e musicista che in Occidente porta onori e ricchezza, e nell’Afghanistan dei Talebani si paga con la vita”.