Un ritardo inspiegabile. Dopo 6 e 9 mesi la CAI toglie il velo agli accordi bilaterali con Cile e Cina

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Finalmente gli accordi bilaterali con il Cile e la Repubblica Popolare Cinese hanno visto la luce. Il 26 e 27 aprile, dopo mesi e mesi dalla loro stipula, le intese di collaborazione in materia di adozioni tra la nostra Commissione adozioni internazionali e le Autorità Centrali di Pechino e Santiago sono state pubblicate sul sito della Cai. Gli accordi erano stati firmati il 9 luglio 2015 per quanto riguarda la Cina e il 23 ottobre 2015 nel caso del Cile. Per conoscerne il contenuto, quindi, nel nostro Paese abbiamo dovuto attendere rispettivamente 9 e 6 mesi. Sulle motivazioni di tale ritardo la nostra Autorità Centrale non fornisce sul proprio sito alcuna spiegazione, lasciando aperta quindi la più spontanea delle domande che possono sorgere in casi come questo: perché si è aspettato così tanto per pubblicare il testo di accordi finalizzati a semplificare le relazioni tra i Paesi e ad “assicurare la massima tutela per i diritti dei minori e la massima trasparenza del percorso adottivo”. Dov’è la trasparenza, infatti, se non si rende pubblico ciò che è nell’interesse di minori e famiglie? Questioni importanti soprattutto alle luce dell’importanza che Cile e Cina hanno nel quadro delle adozioni internazionali in Italia: nel nostro Paese, infatti, dal 2000 al 2013 sono arrivati 689 bambini cileni e 613 minori cinesi.

Venendo al contenuto degli accordi, entrambi hanno una durata di 3 anni, con la possibilità di rinnovarli tacitamente alla scadenza per un ulteriore triennio.

Tra gli aspetti a cui l’Autorità Centrale italiana e quelle cilena e cinese hanno dato maggiore rilevanza c’è la fase di post-adozione. In entrambi i casi, infatti, si è sottolineato che le Autorità del nostro Paese sono tenute a effettuare  “il controllo sulle condizioni di vita e di educazione del minore e sull’inserimento nella nuova famiglia”, presentando relazioni periodiche. Con il Servicio Nacional de Menores, Autorità Centrale Cilena, si è stabilito che il post-adozione duri 4 anni, anziché 2 come prima del nuovo accordo, e le relazioni – corredate di foto e informazioni sullo stato di salute, integrazione, inserimento scolastico del bambino – abbiamo una cadenza semestrale.  Sei invece le relazioni richieste dal China Center for Children’s Welfare and Adoption, Autorità Centrale di Pechino.

cileFrequenti i riferimenti anche alla questione della trasparenza. In entrambi gli accordi, infatti, si stabilisce che “le parti contraenti devono prendere ogni misura atta ad impedire il lucro e il guadagno improprio nei procedimenti di adozione”, mentre gli enti accreditati “devono assicurare la trasparenza e la tracciabilità delle operazioni”.

Altro aspetto comune ai due accordi è quello relativo alla collaborazione tra le Autorità Centrali. Le quali sono tenute a monitorare l’applicazione degli accordi stessi anche attraverso riunioni annuali di appositi gruppi di lavoro. Importante anche l’impegno a promuovere “la cooperazione fra i soggetti che operano nel campo dell’adozione internazionale”  e le “iniziative di formazione” per gli operatori del settore.

Specifico dell’accordo tra Cai e Sename è invece il riferimento alle attività di supporto  e assistenza per gli adottati maggiorenni “che desiderano conoscere le proprie radici” e ai minori “adottati in situazioni speciali”, nonché alle procedure di riconoscimento interno dell’adozione una volta che il minore sia entrato nel territorio dello Stato di accoglienza.