Unioni civili. Gandolfini (Difendiamo i nostri figli): “Parlamentari cattolici che votano questa legge? Un tradimento. È stato messo il bavaglio al confronto democratico”

senato“Il fatto che le nozze gay in Italia siano votate da senatori che si dicono cattolici è una cosa sconcertante”. Non fa sconti Massimo Gandolfini, portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli”, incontrando i giornalisti, nel pomeriggio di giovedì 25 febbraio, davanti all’ingresso del Senato. All’interno di Palazzo Madama i parlamentari sono impegnati nel voto del maxiemendamento al disegno di legge Cirinnà che, secondo le attese, dovrebbe dare il via alle unioni civili.

Un’eventualità che a Gandolfini, così come a tutto il popolo del Family Day, non piace affatto. Tanto da rivolgersi direttamente al premier Renzi: “Si è fatto beffa del popolo del Circo Massimo – denuncia il leader di “Difendiamo i nostri figli” -, non ha mai voluto contatti con noi. Ci sentiamo traditi e presenteremo il conto al referendum costituzionale di ottobre”.

Accanto al medico bresciano, anche diversi senatori che dal primo momento si sono opposti al ddl sulle unioni civili: tra loro, Maurizio Gasparri di Forza Italia, Carlo Giovanardi di Identità e Azione, Maurizio Sacconi e Roberto Formigoni del Nuovo Centrodestra.

L’obiettivo delle critiche di Gandolfini sono soprattutto i parlamentari che, pur dichiarandosi cattolici, si sono detti disposti a dire “sì” al testo all’esame del Senato. “Siamo davanti al tradimento e un insulto della morale cattolica – ha detto -, vengono calpestati 2000 anni di storia del cristianesimo con arroganza e protervia. E’ stato messo il bavaglio al confronto democratico.

Nello specifico, Gandolfini afferma che la legge che sarà approvata equivale alle nozze gay. E da ora in poi per via giurisprudenziale passerà di tutto, adozioni comprese. A poco quindi sembra essere valsa quella “vittoria parziale” ottenuta con lo stralcio della stepchild adoption. Ecco perché, in conclusione del suo intervento, Gandolfini si rivolge al capo dello Stato Sergio Mattarella, affinché “analizzi con attenzione e saggezza” il testo che arriverà al Quirinale che “ad avviso di centinaia di giuristi è palesemente incostituzionale“.