Unioni civili. Gandolfini (Difendiamo i nostri figli): “Presto un nuovo Family Day: una grande battaglia culturale in difesa della famiglia”

family dayIl popolo delle famiglie italiane tornerà presto in piazza, per dire “no” a tutto ciò che rischia di indebolire la centralità della cellula fondamentale della nostra società. Tra fine gennaio e inizio febbraio – la data ufficiale è ancora da stabilire – si svolgerà una nuova edizione del Family Day, la grande manifestazione che nel giugno 2015 vide centinaia di migliaia di persone in piazza San Giovanni per tutelare i diritti dei bambini contro quanto previsto dal disegno di legge sulle unioni civili.

L’annuncio arriva dai sodalizi in difesa della famiglia e, in particolare, dal professor Massimo Gandolfini, portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli”, che organizzò l’evento del 20 giugno. “L’appuntamento con la grande manifestazione in difesa della famiglia è sempre più vicino – ha detto Gandolfini -. La nostra sarà una grande battaglia culturale in difesa di due principi. Il primo è che non ci può essere alcun tipo di omologazione, né formale né sostanziale, tra la famiglia prevista dalla Costituzione” e altre forme di unione. “Il secondo è la salvaguardia di quei valori a cui non siamo disposti a rinunciare”.

Forte e deciso sarà il sostegno all’iniziativa da parte della Conferenza Episcopale Italiana. Il “via libera” è arrivato nel giorno dell’Epifania per bocca del presidente della Cei, Sua Eminenza cardinale Angelo Bagnasco, che ha sottolineato come “nessun’altra istituzione deve oscurare la realtà della famiglia, con delle situazioni similari. “Nessun’altra forma di convivenza di nucleo familiare – ha spiegato Bagnasco a margine della Santa Messa del 6 gennaio -, pur rispettabile, può assolutamente indebolire la centralità della famiglia, né sul piano sociologico né sul piano educativo. La Chiesa conferma la propria profonda convinzione verso la famiglia come grembo della vita umana, come la prima fondamentale scuola di vita, di umanità, di fede, di virtù civiche, umane e religiose”.

Chiaro, dunque, il “no” del presidente della Cei a ogni ipotesi di adozione da parte delle coppie omosessuali e anche alla stepchild adoption, ovvero la possibilità per una persona di adottare il figlio naturale del partner.

Quest’ultima è però prevista dal Ddl Cirinnà, che il 26 gennaio approderà al Senato per l’inizio della discussione parlamentare. La stepchild adoption, aprendo all’adozione del figlio naturale di un compagno, rischia davvero di portare il Paese verso l’utero in affitto, verso il mercimonio più ripugnante che l’uomo abbia saputo inventare”, come ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Il timore che si spiani la strada alle adozioni gay e al ricorso, sia pure non in Italia, all’utero in affitto, ha portato l’ala cattolica del Partito Democratico a formulare un’ipotesi di riserva, una sorta di “affido rinforzato”. Eventualità su cui in Nuovo Centrodestra si è detto contrario, a testimonianza di come la maggioranza di governo sia divisa sul tema.

Così, mentre la politica discute e fatica a riconoscere le vere priorità – i diritti dei bambini -, il mondo della famiglia è pronto a scendere nuovamente in piazza per ribadire la centralità della famiglia stessa nella società. E la Chiesa sarà al suo fianco.

 

Fonti: Corriere della Sera, la Repubblica, Avvenire, Il Sole 24 Ore