Utero in affitto: il fronte politico dei contrari si allarga sempre di più

Sono sempre di più i politici che si schierano contro la pratica dell’utero in affitto: non si tratta di attaccare le coppie omosessuali, ma tutelare il diritto di tutti i bambini e tutte le donne

Si infiamma sempre più il dibattito intorno all’utero in affitto, argomento che in questi giorni è in cima all’agenda della politica e non solo. “Finalmente”, verrebbe da dire, perché se si è arrivati a un punto in cui la discussione è diventata, purtroppo, uno scontro quasi unicamente ideologico e politico, lo si deve anche alla sottovalutazione con la quale finora è stato trattato l’argomento.
Alla base c’è un vuoto legislativo lasciato dalla legge 40 che ha consentito ad alcuni primi cittadini (come per esempio Chiara Appendino a Torino e Giuseppe Sala a Milano) di decidere autonomamente di trascrivere nei registri comunali gli atti di nascita esteri di figli di famiglie omogenitoriali.

La Cassazione chiede l’intervento della politica sulla questione dell’utero in affitto

In questo contesto, il 30 dicembre 2022, la Cassazione ha emesso una sentenza in cui ribadisce che solo il padre biologico (ovvero chi ha donato il seme nel caso di una maternità surrogata) può essere registrato all’anagrafe come genitore. Da qui lo stop alle trascrizioni che il Ministero degli Interni ha imposto ai comuni. Ma l’indicazione della Cassazione è stata anche quella di spingere la politica a un intervento. Scrive nella sentenza n. 38162 del 30 dicembre a Sezioni unite civili: “La Corte chiama in causa il legislatore perché la decisione sulla direzione di marcia, in un terreno denso di implicazioni etiche, antropologiche, sociali, prima ancora che giuridiche, non può essere devoluta alla giurisprudenza. Per le riforme, occorre la discussione in sede politica, affidando al confronto democratico, e per esso all’intera comunità, scelte di così rilevante significato”.

Il fronte dei contrari all’utero in affitto

E la politica si sta muovendo, con il centrodestra che non ha mai nascosto la sua contrarietà alla maternità surrogata e la volontà di “metterla fuori legge” a livello internazionale, e il centrosinistra che ha assunto un ruolo più critico. Il pericolo, però, come sottolineato dalla Ministra Roccella più volte, è quello di confondere la discussione sulla cosiddetta GPA (Gestazione Per Altri) con il riconoscimento delle coppie omosessuali e la sacrosanta difesa dei diritti dei bambini. Afferma l’ex europarlamentare Silvia Costa, membro della direzionale nazionale del Pd a Il Giornale “La manifestazione a Milano pone una questione giusta, ossia la piena tutela dei diritti dei bambini indipendentemente da come sono stati messi al mondo, ma rischia di essere omissiva di una realtà incontrovertibile… Il primo diritto di un bimbo è quello ad una madre e un padre, a un’identità biologica e familiare e a poter conoscere le proprie origini – continua – e questo non avviene nella coppia omosessuale che ricorre alla maternità surrogata, in cui un bambino viene programmaticamente privato alla sua nascita della relazione con la madre, in nome di un ‘diritto’ assoluto di un adulto di avere un figlio attraverso l’affitto o l’uso dell’utero di una donna estranea alla coppia”.
Anche Stefano Lepri, membro della nuova direzione nazionale del Pd, ha posizioni analoghe. Riporta sempre Il Giornale: “L’utero in affitto è una pratica che sfrutta il corpo di donne povere e sottrae a quei bambini, anch’essi oggetti di mercificazione, il diritto a un’identità biologica. Il comprensibile desiderio di genitorialità dubito possa diventare pretesa, se a discapito dei più fragili”.
All’elenco dei politici che hanno sottolineato la delicatezza della questione e la necessità di scindere l’argomento utero in affitto da quello della genitorialità omosessuale si è aggiunto anche il leader di Azione e del Terzo Polo Carlo Calenda: “Il problema della gravidanza per altri non ha a che fare con la natura della coppia – riporta Il Tempo. […] Pur rispettando il desiderio di una coppia che non può avere figli di diventare genitori, la Gpa non è una strada eticamente accettabile”. Calenda fa però anche una doverosa aggiunta: “Ciò premesso, i bambini che si trovano in questa situazione vanno tutelati”.
È la posizione, in sostanza, di chi cerca di conciliare la prioritaria tutela dei figli con la messa al bando della maternità surrogata. Anche perché le due cose non sono in contrasto: vietare a livello internazionale la maternità surrogata è anche un modo per difendere i diritti di tutti i bambini che nascono.