«Il mio errore è stato non averla prima». Storia di una fecondazione diventata rimorso

Una mamma inglese sfoga il suo rimpianto. È del 7 novembre l’articolo del Corriere della Sera che riprende le recenti dichiarazioni di una mamma ultracinquantenne, Susan Tollesfen, rilasciate al giornale britannico Mail on Sunday. La (neo)mamma, che si sottopose all’inseminazione nel 2008, dice infatti di aver pagato un prezzo troppo alto.

La Gran Bretagna non ostacola legalmente alcun desiderio di concepire figli in laboratorio. Susan non ha infranto la legge; ma il prezzo che paga è l’instabilità economica e l’insicurezza sul futuro della sua bimba, ora rimasta sola con lei.

Una madre che fa i conti con il senno di poi. Penserebbe a un presente senza la sua piccola Freya, di tre anni e mezzo? Mai: «È la mia vita», dice Susan. Però, è il commento dell’articolo, se tornasse indietro, «eviterebbe di bussare alle porte di una clinica russa, per la maternità in provetta». Oggi Susan è sessantunenne, vive sola con la sua bambina. Il compagno che aveva al fianco, Nick, più giovane di lei, le ha lasciate. Susan si è accorta di quanto possa cambiare il rapporto con l’uomo della propria vita, dopo l’arrivo di una figlia; la determinazione che la portò a essere, su tutti i giornali, la mamma più anziana del Regno Unito, oggi è sostituita dal rimorso, che la fa vivere stretta nell’angoscia di lasciare sola, troppo presto, la sua Freya. «Il mio errore è stato non averla prima».

«L’esperienza insegna che c’è un limite e dovrebbe essere cinquant’anni», dice oggi Susan. Ecco l’articolo del Corriere, leggibile in versione integrale:

http://archiviostorico.corriere.it/2011/novembre/07/madre_nonna_pentita_figli_dopo_co_9_111107029.shtml.