«Mi propongo per creare gratuitamente la Banca dati». L’incredibile generosità di un’aspirante mamma adottiva

Grandissima sorpresa in Redazione. Dopo aver reso pubblica la causa intentata contro il Ministero della Giustizia, abbiamo ricevuto un’email. La pubblichiamo sotto. È stata scritta da Elena (usiamo un nome di fantasia), aspirante mamma adottiva. Abbiamo poi cercato di rintracciare l’autrice perché svelasse la ragione del suo gesto.

«È stato istintivo mandare quell’email. Visitando il vostro sito ho ammirato il vostro impegno per una giusta causa – ci ha poi raccontato –. Io e mio marito abbiamo 35 e 40 anni, vorremmo fare un’adozione nazionale, perché l’adozione internazionale ci è impossibile. Soffriamo molto per il blocco che c’è contro le adozioni e vorremmo dare il nostro contributo per abbattere il muro.

Sono rimasta catturata da quello che fate per i bambini e dalla forza che avete, mi sono detta: perché non posso fare qualcosa anch’io? Lavoro per un’azienda di telecomunicazione, e così ho scritto l’email che vi è arrivata».

Elena scrive:

Salve, vivo nel Nord Italia insieme a mio marito Giovanni. Ho letto la vostra protesta su Internet relativa alla Banca dati dei minori adottabili e delle coppie disponibili all’adozione in Italia.
Mio marito ed io vorremmo tanto adottare un bambino in Italia, purtroppo non possiamo permetterci l’adozione internazionale, ma, anche nel caso dell’adozione nazionale, siamo stati scoraggiati ad intraprendere l’iniziativa a causa della burocrazia italiana.
Se potesse servire, io mi propongo volontariamente e gratuitamente per inserire i dati nei computer dell’amministrazione del Ministero della Giustizia, se questo può servire ad accelerare i tempi per la creazione della Banca dati italiana.

Se lo desiderate, potete contattarmi alla mail dalla quale vi sto scrivendo.

Grazie per tutto quello che fate per aiutare i bambini del mondo senza una mamma e un papà.

Carissima Elena,

La Sua proposta non solo è commovente ma centra uno dei nodi di questa triste vicenda della Banca dati.

Il Ministero della Giustizia, infatti, quando ha tentato di giustificare lo scandaloso ritardo, ha anche spiegato delle difficoltà pratiche sollevate dagli operatori dei tribunali. Certamente in un Paese come l’Italia, che ha un enorme polmone sociale costituito dal volontariato in grado di colmare molti buchi del nostro Welfare, la Sua proposta non è da sottovalutare.

Ai.Bi. è comunque convinta che sarebbe bastato e che ancora basterebbe davvero poco per far circolare fra i vari tribunali i dati sui minori adottabili e le coppie disponibili all’adozione nazionale e internazionale. I tribunali per i minorenni in Italia sono solo 29: se davvero esiste un problema di carenza di strumenti informatici, non bastava forse utilizzare il semplice fax, di cui tutti i tribunali sono dotati, per lo scambio dei dati fra di loro?

Il Ministero ha atteso di realizzare il progetto faraonico dell’informatizzazione di tutta la giustizia minorile, mentre i bambini adottabili del 2001 nel frattempo hanno aspettato in comunità, diventando ormai adulti.

Cara Elena, come vede è solo una questione di volontà. E noi La ringraziamo per la Sua.

Avv. Enrica Dato, Ufficio Diritti dei minori, Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini