Dalla Siria storie di ordinaria crudeltà, ma è la fame a spaventare più delle bombe

siria bambini fornoPartecipavo qualche giorno fa al periodico incontro del Protection Working Group, il gruppo di coordinamento delle ong presenti in Turchia che effettuano interventi all’interno della Siria, nel settore (o cosiddetto cluster) della “Protezione”. Amici dei Bambini, avendo realizzato alcuni “spazi sicuri” come la ludoteca sotterranea e l’atelier di cucito a Binnish, prende parte regolarmente a questi meeting, organizzati sotto la supervisione di OCHA*.

Spesso, durante queste riunioni capita di assistere a drammatiche testimonianze di prima mano o a denunce riguardanti le continue violazioni dei diritti umani e i crimini di guerra che avvengono ogni giorno in Siria; questo tipo d’informazioni vengono condivise allo scopo di fare advocacy e sensibilizzare la comunità internazionale, ma anche per permettere alle altre organizzazioni di prendere le adeguate contromisure. Non di rado, pur essendo al corrente di quanto accade, rimango comunque incredulo di fronte a certe storie o a dettagli che spesso sfuggono alle cronache giornalistiche.

Questa volta, a prendere la parola è stato l’operatore di una ong siriana appena rientrato da Aleppo, che ha descritto uno scenario quasi apocalittico: in quella che un tempo era la città più popolosa e ricca di tutta la Siria, ora non rimangono che cumuli di detriti. I raid aerei prendono di mira le infrastrutture vitali per la popolazione e ormai non c’è quasi mercato, scuola od ospedale che non sia stato colpito, una o più volte: la situazione è nota da tempo, ma sentirla riferire di persona da chi vive in un simile contesto ha tutt’altro significato.

Ho trovato particolarmente drammatico il racconto riguardante il bombardamento di un asilo avviato e gestito dalla ong per cui l’operatore lavora. «Prima di attaccare la nostra struttura, hanno bombardato una zona vicina. Abbiamo pensato si trattasse di un caso. Poi è seguito un altro bombardamento, dal lato opposto. Poi un altro e un altro ancora. Abbiamo capito il cerchio si stava piano piano restringendo intorno a noi, come una specie di avvertimento: i bambini erano stati ormai trasferiti al sicuro, ma alla fine hanno colpito proprio l’asilo. Ormai non ci sono più possibilità di svolgere attività di questo tipo, se non allestendo spazi sotterranei

Come spesso accade in questi casi, a una denuncia ne segue subito un’altra. «Anche a noi sono stati segnalati episodi simili» ha aggiunto la rappresentante di un’importante ong internazionale. «Temiamo ci siano degli informatori fra la popolazione, perché in alcune circostanze i bambini sono stati trasferiti in zone differenti e i bombardamenti li hanno seguiti

Ecco, è questo il livello di spietatezza e ferocia umana che caratterizza la guerra in Siria: eppure la comunità internazionale resta di fatto inerte, colpevolmente indifferente di fronte a questi crimini che rimangono tuttora impuniti.

La situazione è forse particolarmente cruenta in Aleppo, ma non cambia di molto nel resto della Siria, compresa la provincia di Idlib, dove Ai.Bi. è presente da oltre un anno con interventi di assistenza umanitaria a favore della popolazione locale: anche in quest’area, gli attacchi a mercati, scuole e ospedali sono quasi all’ordine del giorno. Senza dimenticare i panifici, un altro target particolarmente sensibile, perché considerato d’importanza fondamentale per le comunità locali.

Ed è questa una delle ragioni per cui Ai.Bi. cerca di garantire continuo supporto al forno di Binnish, l’unico rimasto di fatto operativo nella zona, grazie anche alle misure di sicurezza finora adottate. C’è forse solo una cosa, infatti, che spaventa le famiglie siriane più delle bombe: la mancanza di pane.  E per prevenire questo rischio, c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile.

 

Luigi Mariani
Country coordinator di Ai.Bi. in Siria

 

Ai.Bi. ha lanciato la prima campagna di Sostegno a Distanza per aiutare le famiglie siriane a restare nel proprio paese e continuare a crescere i propri figli in condizioni dignitose, nonostante la grave crisi. Cibo, salute, scuola, casa, gioco: queste le cinque aree d’intervento. Per avere maggiori informazioni sull’iniziativa e per dare il tuo contributo, visita il sito dedicato.

 

* Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari