Rapinat (Francia): “Il crollo dell’adozione internazionale è una crisi di formazione delle famiglie e di fiducia dei Paesi di origine”

rapinatSul fronte delle adozioni internazionali la Francia è un Paese al bivio. Diviso tra il rischio di continuare a vedere calare il numero di minori accolti, come accade ormai da diversi anni, e la speranza di trovare la strategia giusta per uscire da questa crisi. Un quadro della situazione dell’accoglienza adottiva d’Oltralpe è stato presentato a Gabicce Mare, in apertura del convegno “Adozione internazionale in cerca di futuro. La scelta politica dell’accoglienza”, da Jean-Michel Rapinat, direttore aggiunto dell’Agence Française de l’Adoption (Afa).

“I problemi dell’adozione sono un’equazione a cui è difficile rispondere”, esordisce Rapinat. Le incognite, infatti, al momento sono molte. A cominciare dallo stesso sistema in vigore in Francia, dove gran parte delle adozioni vengono ancora realizzate con una sorta di fai da te (il 31% delle 1.069 adozioni del 2014 sono state fatte così). Solo il 22% attraverso l’Afa, che fornisce un servizio pubblico gratuito comprensivo anche di intermediazione finanziaria finalizzato a limitare i casi di illecito, e la parte restante con il ricorso agli enti autorizzati. Di conseguenza, si registra anche in Francia lo stesso calo di fiducia da parte dei Paesi di origine, evidenziato anche dal presidente di Amici dei Bambini Marco Griffini nella sua relazione di apertura del convegno. A questo proposito Rapinat cita 2 esempi: la Colombia e la Russia, Paesi da cui le coppie francesi hanno sempre adottato tantissimo. Il primo ha visto negli ultimi anni un calo vertiginoso di minori adottati in Francia. La seconda manifesta diffidenza verso Parigi che ha legalizzato le unioni omosessuali: Mosca ora teme per la corretta educazione e crescita dei suoi bambini accolti in Francia. Altra peculiarità d’Oltralpe che non favorisce la crescita delle adozioni è la scarsa formazione a cui sono sottoposte le coppie adottive francesi: solo durante l’iter e non prima. Il che inevitabilmente, fa notare Rapinat, rende difficile trovare famiglie disponibili ad accogliere minori con problemi sanitari rilevanti. Senza dimenticare l’aspetto politico. “L’Autorità Centrale francese dipende dal ministero degli Affari Esteri – spiega Rapinat -, ma sul tema delle adozioni intervengono anche altri dicasteri, come quello della Famiglia. E a volte i rapporti tra i ministeri non sono semplici. Così come tra politica nazionale e politica locale, dato che un ruolo concreto nel settore delle adozioni ce l’hanno i vari Dipartimenti del Paese”. Infine un aspetto culturale, che contribuisce, secondo Rapinat, a frenare lo sviluppo delle adozioni: “la volontà di tutelare fino in fondo il legame biologico tra i minori e le loro famiglie di origine”.

Come intervenire quindi per mettersi alle spalle la crisi? “Innanzitutto lavorando sulla formazione delle famiglie in ogni fase dell’adozione – afferma il direttore aggiunto dell’Afa -, in particolare sul profilo dei minori adottabili, con interventi mirati che pongano sempre al centro il bambino con le sue peculiarità”. Assolutamente necessario anche offrire maggiori garanzie ai Paesi di origine: “L’Afa comprende le loro richieste di maggiori certezze, soprattutto sul rischio di traffico dei minori – dice Rapinat -, istituendo un migliore sistema di protezione dell’infanzia”. Per centrare questo obiettivo, il primo passo da compiere è l’abolizione del fai da te e lo sviluppo di nuovi partenariati con i Paesi di origine attraverso appositi accordi di collaborazione. L’Afa, dal canto suo, si sta impegnando a rafforzare la rete di associazioni familiari: “Al momento in Francia ce ne sono 93 – ricorda Rapinat – che coordinano circa 10mila famiglie, svolgendo un servizio di intermediazione tra esse e le istituzioni pubbliche”. Fondamentale, infine, il supporto politico. Da questo punto di vista, avverte il direttore aggiunto Afa, “la Francia sta per entrare in un momento delicato, perché a breve inizierà la campagna elettorale per le Presidenziali. Nella corsa all’Eliseo, si parlerà anche di diritti e difesa dell’infanzia?”