“Vous n’aurez pas ma haine”: il mondo intero pianga tutte le vittime del terrorismo, nessuno escluso.

bambino siriano con mamma Urla, panico e sgomento, immagini terribili quelli giunti da Parigi lo scorso venerdì 13 novembre. Un attacco alla libertà di vivere, di divertirsi e di condividere momenti di sano piacere, come un concerto, una partita di calcio, un caffè con amici,  che ha aizzato nuovamente l’odio razziale e xenofobo.

Perché quando i morti sono occidentali cerchiamo giustizia immediata. Ho pianto per le vite spezzate nella capitale europea, ho pianto per una redazione giornalistica messa a tacere con il fuoco, ma piango altrettanto per le stragi giornaliere di Boko Haram, per i corpi dilaniati in Siria, piango per i somali, per il Sudan, per la Turchia, per il mondo intero e  con me piangono tutte le persone che hanno ben netta la distinzione tra terrorismo e credo religioso.

È forse giunta l’occasione per riflettere e capire finalmente da cosa scappano questi  popoli  in fuga?

Soffro quando un musulmano deve giustificare la sua fede, quando deve recitare una Sura del Corano per gridare a tutti che anche Allah,  altri non è che il Dio misericordioso e compassionevole dei Cristiani.

Soffro quando un governo decide di bombardare dall’alto di una presunta civiltà, donne, uomini e bambini, colpevoli di essere nati nella parte “sbagliata” del mondo. Soffro perché alla violenza si risponde con la violenza.

Vous n’aurez pas ma haine” – Non avrete mai il mio odio.  Non vi farò questo regalo. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.  Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio». (dichiarazione su Facebook di  Antoine Leiris ai terroristi che al Bataclan hanno ucciso sua moglie).

Dinah Caminiti

L’emergenza continua! Chiediamo ai nostri sostenitori e ai nostri lettori di aderire alla nostra campagna “Bambini in alto mare”, attivando un Sostegno a Distanza per garantire la giusta accoglienza di queste persone che scappano dalle minacce che scaturiscono dalle guerre presenti nei loro territori.