Nepal, con l’inverno alle porte Ai.Bi. fornisce giacche e tute calde alle famiglie più bisognose

freddo in nepalIn Nepal il primo inverno del post-terremoto è ormai alle porte. E si preannuncia come uno dei più freddi di sempre. Una prospettiva, questa, che fa temere il peggio alle circa 400mila persone residenti nei distretti più colpiti dal sisma del 25 aprile e 12 maggio. Si tratta di almeno 80mila famiglie che da 7 mesi vivono senza adeguato rifugio e senza cibo a sufficienza. Una situazione ulteriormente aggravata dalla recente decisione della vicina India di imporre una chiusura delle frontiere non ufficiale che ha contribuito, in poche settimane, all’esaurimento delle scorte di carburante, gas e generi alimentari di base, come riso e lenticchie.

Davanti ai crescenti problemi di approvvigionamento di carburante e gas da cucina per il riscaldamento, Amici dei Bambini ha deciso di potenziare il proprio intervento in Nepal. Il centro Paani di Kathmandu si è infatti attivato per procurare giacche e tute invernali destinate alle famiglie più bisognose dell’area di Jadibuti per evitare che i bambini soffrano il freddo nei prossimi tre o quattro mesi.

Oltre a fornire indumenti caldi alle famiglie in difficoltà, il Centro Paani ha distribuito anche numerosi porta-bibite per permettere ai bambini della capitale nepalese di andare a scuola provvisti di acqua potabile e tè caldo.

Ancora una volta, quindi, il Centro Paani si mette a disposizione della popolazione terremotata. Lo aveva già fatto all’indomani del sisma convertendosi in punto di prima assistenza per il supporto psicologico e la distribuzione di acqua e medicinali. Dopo il primo intervento di emergenza – che ha comportato anche la distribuzione di tende e kit igienici nei distretti più colpiti -, l’intervento di Ai.Bi. è proseguito con il supporto alle famiglie nepalesi durante la prima fase della ricostruzione. Con l’avvicinarsi dell’inverno si aggiungono ulteriori necessità per una popolazione sempre più allo stremo. Secondo rilievi delle Nazioni Unite, il Nepal è infatti il quinto Paese al mondo in grave crisi umanitaria, dopo Iraq, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan e Siria.

Basti pensare che si prevede che le medicine saranno esaurite nel giro di poche settimane e che il governo di Kathmandu ha iniziato a vendere legna al pubblico per sostituire il gas da cucina. Anche le ambulanze sono senza combustibile e i prezzi dei generi alimentari continuano a salire. Mentre il 90% delle fabbriche ha chiuso e solo il 60% delle scuole private e dei collegi ha riaperto dalle fine delle festività di Diwali.

 

Per garantire alla popolazione nepalese un inverno al riparo dalle rigidità del freddo che potrebbe ulteriormente aggravare il già drammatico bilancio delle vittime del terremoto serve il contributo di tutti. Attiva un Sostegno a Distanza o una donazione libera a favore dell’intervento di Ai.Bi. in Nepal.

 

Fonte: la Repubblica