Il coraggio di dire basta: “Non voglio più essere picchiata da mio marito!”

 imagesQuando una donna vede il “buio” attorno a sé, è proprio allora che trova la forza interiore per cercare la “luce” e tornare a far brillare la sua anima. È questo che è successo a Lucrezia (nome di fantasia ndr).

In una piovosa serata di maggio la donna  decide di dire basta agli insulti immotivati. Decide di dire basta alle tante bugie per giustificare quei lividi che ricoprono il suo corpo. Lucrezia decide di volersi bene, ed è per questo che si rivolge a qualcuno che possa liberarla dal dolore che sopporta ormai da anni: i maltrattamenti del marito.

Alle 23 di quella piovosa serata, Lucrezia, con gli arti doloranti, gli occhi che non riescono più a versare lacrime, trova la forza di denunciare quella violenza che svilisce e annulla la sua persona.

Le strutture di accoglienza sono tutte piene e sono costrette a rimandare indietro Lucrezia…ma non Ai.Bi.  Quando c’è da aiutare un’anima fragile, vulnerabile o in difficoltà, Amici dei Bambini non si tira mai indietro e apre sempre le porte delle sue strutture, 24 ore su 24.

Ed ecco così che ad aprire la porta alla donna è stata Ai.Bi. che, ancora una volta, è intervenuta per rispondere alla propria causa: dare accoglienza alle donne fragili che hanno perso fiducia nel mondo e in se stesse.

Le strutture di Ai.Bi., infatti, non garantiscono  cure, accoglienza, protezione e un futuro soltanto ai bambini abbandonati, ma offrono anche supporto alle donne che vengono rese fragili da maltrattamenti, malattie e povertà.

Lucrezia quella sera ha deciso di rispettare la sua dignità di donna e di moglie. “Era molto provata, ma l’abbiamo tranquillizzata dicendole che aveva fatto la cosa giusta” – racconta un’educatrice di Ai.Bi., spiegando che le avevano trattenuto il cellulare solo per proteggerla ed evitare che, in quel momento di debolezza, provasse a ricontattare suo marito per il senso di colpa.

Per Lucrezia, infatti, così come per tante altre donne vittime di maltrattamenti, rivelare la sua storia significava “tradire” il marito e andare contro un legame sacro: il matrimonio. L’equipe educativa, però, l’ha rassicurata, dicendo che per sanare un vincolo d’amore è importante prima curare le proprie ferite.

È proprio questo il credo di Ai.Bi. che interviene con tanti progetti a favore delle fasce più deboli. Uno di questi è rappresentato dalla campagna Fame di mamma che dice basta all’abbandono di minori in Italia, aiutando le mamme a rinascere come donne felici di abbracciare i propri bambini. La campagna, infatti, supportando una mamma fragile, permette di rafforzare per sempre quel cordone che la unisce al suo bambino.