Russia: ecco come abbiamo gestito i 3 viaggi per adottare Valentin di 11 anni

russiaValentin a fine giugno ha compiuto 11 anni e dal suo arrivo a Segrate, in provincia di Milano, lo scorso 21 febbraio, è già un altro bambino. Andrà a scuola la prossima settimana con tanta volontà e qualche abito nuovo di zecca. “Per forza, vedesse come è cresciuto in questi mesi!” dice la mamma che come molte altre si sta preparando al nuovo anno scolastico e sta ultimando gli acquisti per suo figlio, originario della Federazione Russa.

Marco e Stefania Granata sono diventati famiglia e raccontano come per #iosonoundono.

E’ un’esperienza bellissima e impegnativa al tempo stesso, che richiede preparazione, molta pazienza, forze individuali e di coppia– raccontano –  : poi ti accorgi che già dal primo incontro scatta qualcosa, che cresce giorno dopo giorno”. Per chi adotta in Russia la famiglia nasce non solo al momento dell’abbinamento ma anche nel corso di tre viaggi che la procedura richiede.

Il primo incontro ha fatto scoccare il colpo di fulmine, i successivi hanno rafforzato la fiducia nel bambino che sentiva ogni giorno di più di diventare di nuovo figlio.

La nostra esperienza è stata positiva anche sotto l’aspetto delle tempistiche – dicono Marco e Stefania  – : il primo viaggio è avvenuto a metà ottobre e a fine febbraio eravamo

già in Italia. In questo periodo, avere avuto la possibilità di sentirsi e vedersi via Skype ogni sabato è stata di grande aiuto. Certo, non bisogna farsi prendere dallo sconforto che può anche sorgere,  ma alla fine si supera tutto”.

La disponibilità e la preparazione del personale dell’istituto in cui ha vissuto Valentin per alcuni anni hanno poi garantito lo svolgersi sereno degli incontri.

Nessun sconforto ma molta determinazione, tranquillità e capacità di rassicurazione è il consiglio che i coniugi Granata si sentono di dare alle coppie adottive, soprattutto quando Valentin, come è normale per bambini grandicelli, ha mostrato comportamenti tipici della preadolescenza.

A volte Valentin quando si trova nel culmine della rabbia dice di voler tornare in Russia – racconta Stefania – ma sappiamo che ci sta mettendo alla prova. Tanto che alla nostra tranquillità e pacatezza risponde: Va bene, dovete decidere voi!”.

I coniugi Granata sono perfettamente consapevoli che la bellezza della loro accoglienza e del loro essere famiglia, che si legge prima di tutto negli occhi luminosi di Valentin, è fatta anche di momenti in cui la preadolescenza in arrivo si scontra con le dinamiche tipiche dell’adozione.

Valentin, che ha la passione oltre che la capacità di smontare e rimontare oggetti elettronici – radio, orologi, sveglie… – è un bambino molto affettuoso: ama raccontare tutto quello che fa durante la giornata e parla spesso del suo passato, degli affetti che ha lasciato in Russia ma anche delle esperienze negative che il tempo aiuterà, se non a dimenticare, a mettere da parte.

Ama molto nuotare, è sempre in movimento – dice papà – : anche quando si vede che è stanco morto, non molla mai! Meno male che fin dal primo giorno ha sempre dormito bene. Non solo, man mano che passavano i giorni ha tolto le luci per la notte e ora dorme con il buio. Chiede solo di tenere le porte aperte”.

Appena arrivato in Italia Valentin è stato a casa alcuni mesi con mamma e papà, poi ha frequentato per un paio di mesi, a tempo ridotto, la classe che incontrerà di nuovo lunedì prossimo.

Siamo stati fortunati, la maestra ha compreso benissimo il caso di Valentin tanto che si è inserito benissimo e ha fatto immediatamente progressi notevoli – raccontano i Granata – : ha rivelato le sue risorse tanto che ha recuperato in matematica, in musica è a livello degli altri, e ha mostrato anche le sue doti artistiche, dal disegno alla manualità. Il vero problema risiedeva nella lingua, ma con tanta lettura e esercizi di scrittura, piano piano si è arricchito il vocabolario”.

La classe ha accolto bene Valentin che si sta creando nuove amicizie, malgrado la sua naturale timidezza. “A quanto ci raccontano i genitori, i compagni di nostro figlio raccontano di lui in modo molto positivo – concludono i Granata – : siamo molto ottimisti. E ovviamente, felici!”.