Bimba morta nel Tevere. Un dramma. Griffini (Ai.Bi.): “Ecco perché caldeggiamo l’adozione del concepito”

Gettata nel fiume a sole 24 ore di vita, la piccola è stata ritrovata da dei pescatori

Una neonata trovata morta nel fiume, il Tevere. Siamo nel centro di Roma, capitale della Repubblica Italiana. Una città che, lo scorso sabato, è stata scossa dal dramma di una bambina di neppure un giorno di vita abbandonata gettandola in acqua. La piccola, infatti, è stata trovata, ormai deceduta, da dei pescatori lungo il corso del Tevere tra il Gra e Centro Giano. Non c’è stato nulla da fare.

Intervistato da VaticanNews, Pino Morandini, vicepresidente vicario del Movimento per la Vita ha, al proposito, ribadito l’importanza di informare sul diritto al parto in anonimato: “Quella del parto in anonimato è una prassi disciplinata addirittura da una legge del 2000 che purtroppo è ancora poco conosciuta anche se come Movimenti per la vita stiamo cercando da anni di diffonderla in tutti i modi attraverso depliant, avvisi negli ospedali e negli ambulatori dei medici. È una legge molto importante perché consente alla mamma di partorire il proprio bimbo (…) proprio in anonimato. Basta che la mamma dica: “Dichiaro figlio di donna che non desidera essere menzionata”. È una legge molto importante perché è a tutela sia della privacy della donna, e quindi del suo anonimato, sia dell’accoglienza del bambino perché se si conosce l’esistenza di questa legge sicuramente saranno sempre meno i bambini abbandonati(…)”.

Morandini ha poi fatto riferimento alle “culle per la vita“: “Sono circa una sessantina in Italia; sono chiamate “culle per la vita”, proprio perché queste culle sono collegate con il 118, quindi con l’emergenza sanitaria. Nel momento in cui il bambino viene deposto in questa culla scatta l’allarme e immediatamente gli operatori che in quel momento sono di turno si recano sul posto”.

“Per quanto riguarda i bambini – commenta invece il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini le stime dicono che ogni anno ne vengono abbandonati e non ritrovati a centinaia. Non si può sapere il numero esatto, ma per uno salvato si calcola che ce ne siano quasi dieci che spariscono in discarica, chiusi dentro buste di plastica, senza che nessuno li veda o se ne accorga. Ecco perché, come Ai.Bi., abbiamo caldeggiato e caldeggiamo da anni una legge che riconosca il diritto alla vita dei bambini e l’adozione del nascituro, o adozione in pancia, quale strumento di prevenzione all’aborto. Abbiamo esperienze di Paesi esteri, come gli USA, dove da moltissimi anni esiste una simile legge. A proposito di anonimato, siamo perplessi invece circa l’ipotesi di una legge volta a garantire una ricerca indiscriminata delle origini, che non farebbe che moltiplicare gli abbandoni in luoghi non sicuri”.