Adozione internazionale. Quelle strane “coincidenze” durante l’abbinamento. Che lasciano interdetti

Il miracolo dell’adozione a volte sembra intervenire per ristabilire un ordine scompigliato. Quasi un mistero guidato da una volontà superiore

A molti piace vedere, alle volte e per qualche motivo, delle coincidenze tra date e fatti accaduti nella propria vita, per dirsi compiaciuti che “doveva andare solo così, era destino”! Tuttavia a volte le coincidenze sono così tante e meravigliosamente inerenti a fatti personali e intimi, che non si può che rimanerne affascinati e sbigottiti.

Quando questo accade durante un iter adottivo, e in particolare durante il momento dell’abbinamento tra la coppia e il suo futuro figlio, cioè in un momento particolarmente emozionante della vita di un futuro genitore, queste coincidenze sembrano assumere un significato diverso. E, a volte, sono davvero sconcertanti!

A volte, per esempio, capita che quando si parla del figlio che a breve si andrà a incontrare, si riconosca che dei fatti rilevanti del suo iter per divenire figlio siano accaduti in date e momenti forti della vita della coppia adottiva. Quasi un disegno con un senso, guidato da qualcuno che quel disegno lo aveva ben chiaro, al di là di ogni possibile scetticismo umano.

Ci sono casi, ad esempio, in cui la data di nascita del figlio adottivo, già abbinato, coincidono con quella della scomparsa di un genitore, di un nonno. Magari quel nonno che ha sempre sostenuto la coppia nel percorso adottivo e che tanto sognava di stringere a sé il nipotino tanto desiderato…

Ma tante altre sono le coincidenze curiose che capitano durante gli appuntamenti per l’abbinamento. Ad esempio ancora la data di abbandono coincidente con la data di matrimonio della coppia. Oppure, ancora, la coincidenza tra la data di ingresso del bambino in casa famiglia che coincide con la data della diagnosi di sterilità…

Tutte queste fatalità, se così si vogliono intendere, lasciano interdetti. Tutti: operatori e coppia. I quali non possono fare altro che lasciarsi muovere dai fili invisibili che governano il miracolo dell’adozione e che contribuiscono, nel proprio piccolo, a “ristabilire quell’ordine” che una cicogna senza bussola ha scompigliato.