Coronavirus. Adolescenti: gli esseri invisibili. Chi ha mai parlato di loro?

Per i bambini ci sono finalmente misure ad hoc. Ma i ragazzi più grandicelli rischiano l’alienazione post Covid

Non solo bambini, non solo genitori: qualcuno ha sentito parlare degli adolescenti? No. Non è un caso, perché proprio questa è, forse, la categoria dimenticata per eccellenza dell‘epidemia da Coronavirus che ha travolto l’Italia. Eppure gli adolescenti difficilmente scorderanno questo anno maledetto, che ha li ha privati per diversi mesi delle amicizie, dello sport, della scuola, dei locali di aggregazione. In una parola, della loro vita.

E, con l’estate alle porte, cosa cambierà? Poco, in realtà. Leggiamo su Sette che “a inizio giugno anche la scuola virtuale chiuderà i battenti e tutti bambini e adolescenti si troveranno di fronte una lunga estate, diversa dalle precedenti. Niente campus estivi, gruppi oratoriani e centri di aggregazione. Si dovranno inventare nuove realtà basate su animazione e aggregazione gestita attraverso ‘microgruppi’ stabili, connotati da limitazione del numero di persone con cui ci si relaziona e dall’adozione di mascherine di protezione e distanza di sicurezza. In pratica, si creeranno piccoli gruppi (…) (sempre quelli) gestiti da un educatore (sempre quello)”.

Adolescenti e Coronavirus: un’estate non da… “Tempo delle mele”

Sicuramente, con queste premesse, non sarà di certo un’estate indimenticabile per gli adolescenti italiani. Nessuna vacanza da “Tempo delle mele“, per intendersi. Sarà, piuttosto, il tempo di un’alienante quotidianità scandita dalle mascherine e dall’odore dell’Amuchina. Senza che nessuno si sia interessato a loro. Già, perché, mentre per quanto riguarda i bambini, leggiamo sempre su Sette è probabile che “vengano prese misure ad hoc, che in parte sono già state anticipate nei decreti”, quelli “che davvero rischiano di rimanere al palo, sono i preadolescenti e gli adolescenti. Loro hanno il vantaggio, rispetto ai bambini in età prescolare e scolare, di poter gestire in modo relativamente autonomo la loro giornata. Non devono essere seguiti e monitorati in tutto e per tutto dagli adulti, in pratica: sanno arrangiarsi e quindi… che lo facciano. Proprio in queste prime settimane della fase 2 ci siamo, però, resi conto che molti di loro sembrano ‘colpiti’ dalla cosiddetta ‘sindrome della tana’”.

Adolescenti, bambini e Coronavirus: il rischio di un effetto hikikomori post Covid

“Alcuni – leggiamo ancora – perché rintanati nel loro bozzolo protettivo, hanno scoperto che la camera e l’abitazione possono rappresentare una sorta di ‘comfort zone’ che permette di fare tutto da remoto senza dover sperimentare le sfide, le ansie, i rischi cui ci si espone quando ci si muove invece nel mondo reale che ci mette a contatto con gli altri in carne ed ossa. Questi sono probabilmente i giovanissimi che più rischiano di soffrire nei prossimi mesi e anni il rischio di ritiro sociale e di trasformarsi in una sorta di ‘hikikomori’ post-covid”.

Del resto gli adolescenti, in occasione dell’emergenza, sono stati trattati davvero come bambini piccoli, costretti a un’obbedienza rigida e senza alcuna possibilità di fare esperienze in linea con la loro età. Eppure proprio loro avrebbero potuto essere coinvolti come soggetti consapevoli e responsabili. Proprio ora, per loro, che tanto rapidamente si sono adattati alla didattica a distanza, solo per fare un esempio, sarebbe il momento di pensare a progetti che li coinvolgano e li rendano parte attiva delle comunità in cui vivono. Che sappiano far riscoprire loro tutta la bellezza di un mondo esterno che non devono e non possono assolutamente percepire solo come una minaccia.