Next Gen: BE your DIGITAL Revolution. Quando la scoperta di se stessi diventa fondamentale per accendere il proprio futuro

Il progetto con Ai.Bi. partner rivolto ai Neet, ragazzi tra i 16 e 34 anni che non studiano e non lavorano, ha fatto emergere dubbi e paure sul futuro professionale, ma anche tanta voglia di rischiare e mettersi in gioco. Obiettivo: inserire nel mondo lavorativo almeno 95 dei partecipanti al progetto

Ora che a quanto pare sarà prorogata la Decontribuzione Sud, la misura a sostegno delle imprese meridionali private per ridurre il costo del lavoro, si pone il problema di rendere strutturale l’agevolazione.
Una delle incognite riguardano i Neet, concentrati per lo più tra Campania e Sicilia.
Proprio a loro si rivolge il progetto selezionato dal Fondo per la Repubblica Digitale che vede come capofila la Fondazione Saccone e come partner Ai.Bi., e il Dipartimento di scienze politiche e della comunicazione dell’Università degli studi di Salerno: Next Gen Revolution ha l’obiettivo di fronteggiare “l’Urgenza del crescente tasso di Neet in Campania” per offrire opportunità ai ragazzi dai 16 ai 34 anni che si trovano al di fuori del circuito lavorativo.

Il progetto

“Conosci te stesso”: è questa la frase che campeggiava sul tempio del dio Apollo a Delfi e che per secoli ha influenzato i più importanti pensatori, da Socrate a Kant. Ma quanti di noi possono affermare di conoscersi realmente e di essere consapevoli dei propri limiti e delle proprie potenzialità? In questo, il dialogo e il confronto con l’altro è fondamentale e lo è ancora di più quando il proprio interlocutore ha la struttura idonea per metterci nelle condizioni di fare luce sulla nostra personalissima cassetta degli attrezzi e renderci così in grado di comprendere di avere a disposizione tutto quello che ci occorre per costruire il nostro futuro. È questo proprio lo scopo più profondo di Next Gen: BE your DIGITAL revolution.

Chi sono i Neet?

Rivolta ai Neet di età compresa tra i 16 ed i 34 anni, l’iniziativa mira a far acquisire ai giovani che non studiano e non lavorano le competenze necessarie per sviluppare una maggiore consapevolezza di se stessi e di crescere sia dal punto di vista personale che professionale. “Un binomio che non può essere spezzato”, precisa Michele D’Elia, coach incaricato da Ai.Bi. sul progetto, insieme ad Angelo Coscia, che nel corso si è interfacciato con una platea variegata, dialogando non solo di iter lavorativi, ma anche e soprattutto di difficoltà relazionali e di problematiche inerenti il confronto con il mondo esterno.
“Ragazze e ragazzi che seguono il progetto provengono dai background più disparati. Sono entusiasti perché i corsi proposti hanno tutti a che vedere con l’universo digitale e sono gratuiti e quello che mi ha favorevolmente colpito è che, nonostante dubbi e paure, sono curiosi e vogliosi di mettersi in gioco e di ampliare le proprie conoscenze e competenze. Bisognerebbe rivedere il concetto di neet – spiega – non abbiamo di fronte persone incompetenti o scarsamente motivate a costruire il proprio futuro. Tra di loro ci sono tantissime ragazze e tantissimi ragazzi altamente qualificati, attanagliati da un unico dubbio, quello di non essere all’altezza o nelle condizioni di riuscire a trovare la propria strada.
Non si nasce neet, ma ci si ritrova perché probabilmente è mancato fino a quel momento un percorso di orientamento adeguato che non passa solo per l’acquisizione di determinate skill, ma anche per l’analisi di quelle che sono le proprie passioni”.
Nel corso degli appuntamenti, “in tanti si sono rivolti a noi per discutere di problemi di integrazione, in particolare se stranieri, o semplicemente per chiederci dei consigli. Non a caso abbiamo creato un appuntamento settimanale rivolto all’ascolto”. Un caffè con il coach, questo il titolo dell’iniziativa, è una sorta di stanza virtuale in cui mettersi a nudo, relazionarsi senza la paura di essere giudicati o semplicemente l’opportunità per fissare un appuntamento da vivere poi in presenza con i formatori. “Lavoriamo molto sul concetto di identità, perché da quello si parte per poi costruire il resto. Mi ha molto colpito l’esperienza di una ragazza che, dopo aver seguito un corso di fotografia, mi ha detto che si sentiva finalmente pronta a rischiare e a cimentarsi con altre cose che non aveva mai fatto prima. Vuol dire che siamo riusciti nel raggiungere il nostro obiettivo”.

Il coinvolgimento di Ai.Bi. nel progetto

Oltre all’attività di coaching, che durerà per tutto il periodo di progetto, Ai.Bi. è coinvolta anche nella prima fase formativa di ingresso nel contesto della rivoluzione digitale, partendo però dal lavoro di rafforzamento delle soft & life skills.
“Inizialmente lavoriamo sulla costruzione di un gruppo di lavoro – racconta Marta Peruzzini, docente incaricata da Ai.Bi. – L’obiettivo prioritario è quello di creare coesione affinché il team sia solido e non si corra il rischio di perdere qualche partecipante strada facendo. Poi concentriamo, insieme al tutor Remigio Ibisco, la nostra attenzione su quelle che sono le propensioni e le ambizioni dei giovani, sfruttando la metodologia Lego per far emergere le loro competenze trasversali. Il dato più interessante che finora è emerso è che mentre ognuno è più o meno consapevole di quelle che sono le sue competenze di base, non tutti riescono a fare luce su quelle che sono altre caratteristiche altrettanto importanti nel percorso di formazione, come ad esempio l’empatia, la capacità di fare squadra, di coltivare i contatti o di apprendere velocemente. Mettendoli nelle condizioni di aprirsi e di guardarsi dentro, proviamo a far comprendere loro quanto sia necessario mettere a frutto anche il vissuto esperienziale che si consuma tra gli amici o negli ambienti sportivi”.
Il progetto, terminata la prima fase di formazione obbligatoria tenuta da Ai.Bi., offre ai partecipanti una libreria di moduli ELearning (800 ore di corsi da scegliere tra cui, a titolo esemplificativo: Digital Marketing, Content Design, Automazione, Robotica, AI.), laboratori esperienziali attraverso attività sportive e teatrali dalla forte componente metaforica e Learning Path avanzati/specialistici direttamente riferiti alle professioni digitali del futuro. Obiettivo finale, inserire nel mondo lavorativo almeno 95 dei partecipanti al progetto.