Alla ricerca delle origini: incontrare il fratello dopo 19 anni

Il quotidiano Irish Times ha pubblicato nei giorni scorsi la storia commovente di Nicusor O’Driscoll, uno dei primi bambini ad essere adottati da famiglie irlandesi in seguito alla fine del regime comunista in Romania.

“Con le braccia conserte, la testa bassa, Nicusor O’Driscoll si sente a disagio al pensiero di essere stato uno tra i primi a lasciare le rovine del regime comunista della Romania.
Lui non ricorda la sovrappopolazione, il razionamento del cibo, la mancanza di tubature o le interruzioni di corrente. I suoi primi ricordi sono dell’Irlanda, essendo stato adottato subito dopo l’esecuzione del dittatore rumeno Nicolae Ceausescu, il giorno di Natale del 1989. A seguito del crollo del regime, gli orfanotrofi della Romania avevano fatto notizia in tutto il mondo. La vista di quelle stanze sovraffollate con i bambini lasciati morire di fame ha spinto molti irlandesi all’adozione. Nel corso degli anni i genitori di Nicusor si sono sempre mantenuti in contatto con i genitori biologici, il figlio ha invece sempre preferito sentirsi un irlandese. “Era più facile lasciare le cose come stavano”.

Poi, all’età di 19 anni, Nicusor ricevette la notizia di una grave malattia che colpì la nonna paterna e della nascita di un suo cugino affetto da una malattia ereditaria agli occhi. Nicusor sentì di dover partire. Dopo una settimana, era in viaggio verso la Romania con i suoi genitori irlandesi.
“Il giorno che siamo arrivati in Romania è stato l’anniversario del giorno in cui mia mamma mi vide, 19 anni prima. Il giorno in cui siamo ripartiti è stato l’anniversario di quando sono venuto in Irlanda, tutto questo è stato un forte carico emotivo. E’ stato un grosso problema per i miei genitori, erano probabilmente più tesi di me “.
Per raggiungere la famiglia naturale di Nicusor tutti insieme hanno attraversato una tempesta di neve tra le montagne di Suceava e hanno fatto un viaggio in treno di 10 ore da Bucarest. La casa in cui vivevano era grande poco più della sua camera da letto e Nicusor è rimasto fortemente colpito nel vedere la povertà in cui vivevano. “E’ naturale pensare le cose peggiori possibili, ma non potevo certo immaginare ad una situazione così negativa”.
Una cosa a cui Nicusor non si sentiva preparato era l’incontro con suo fratello.

“È stato come guardare in uno specchio”, dice. “Non ho mai sperimentato nulla di simile. Mio fratello, Vasile, non parlava inglese e io non parlavo rumeno, ma in qualche modo ho potuto comunicare con lui, non c’era alcuna barriera lì. E’ stato come quando si incontra qualcuno che non vedete da molto tempo. C’era un po’ di imbarazzo, ma una volta passato il primo giorno, ci siamo sentiti come un’unica famiglia, che è anche quello che i miei genitori adottivi mi hanno sempre detto di essere”.
Parlando piano con il suo accento irlandese, Nicusor ammette che l’unico motivo per cui ha accettato l’intervista è perché teme che vi siano giovani là fuori che potrebbero essere riluttanti a rintracciare i loro genitori biologici.
Dopo questa esperienza vedo le cose in modo diverso adesso; mi ha portato la pace della mente e mi ha fatto apprezzare le opportunità che mi sono state date.”

Fonte: Irish Times