Covid. Il miracolo dell’Inghilterra: zero morti a Londra! La guerra al Coronavirus si vince con il vaccino

Era una dei Paesi con i numeri peggiori. A inizio gennaio si contavano 50 mila contagi al giorno. Poi la campagna vaccinale ha cambiato gli scenari e, oggi, l’Inghilterra vede la fine dell’incubo

Venerdì 29 marzo, Londra. Numero di decessi da Covid-19: zero!
Fa quasi impressiona leggere una notizia che, fino a un anno fa ci sarebbe apparsa normale o ora, invece, suona quasi irreale. D’altra parte, anche a Londra, zero morti da Coronavirus non si contavano da 6 mesi e davvero, dunque, la notizia ha dello straordinario.

Inghilterra: prima i tentennamenti e il record dei decessi. Poi il cambio di passo

Ancor più se si pensa a come il Regno Unito fosse inizialmente in cima alla lista dei Paesi più colpiti, con le aspre polemiche nei confronti del premier Boris Johnson per la decisione di non imporre restrizioni severe e inseguire una forma di immunità di gregge nei fatti impossibile. Non a caso ancora oggi il Regno Unito è il Paese europeo che ha registrato in assoluto più morti: circa 126 mila.

Ancora a inizio gennaio gli scenari non erano positivi, con 50 mila nuovi contagi al giorno e la “variante inglese” del virus a preoccupare tutto il mondo per la sua maggiore contagiosità.

Nell’arco di due mesi, però, le cose sono radicalmente cambiate: la curva dei contagi è scesa costantemente, fino al momento simbolo, ma molto significativo, degli zero decessi per Covid registrati nelle ultime 24 ore a Londra.

Vaccini a tappeto, così si sconfigge il Covid-19

Il merito principale, concordano quasi tutti gli analisti, è nella forza del piano vaccinale messo in campo dal Governo e da alcune “scommesse” vinte. Prima tra tutte quella di puntare con forza sul tanto discusso (da noi) vaccino AstraZeneca, prima finanziando la ricerca portata avanti nei laboratori dell’Università di Oxford, quindi stipulando un contratto più dettagliato rispetto a quello dell’Unione Europea, infine, rifiutandosi di esportare all’estero le dosi prodotte in patria.
La campagna vaccinale, inoltre, è partita molto presto, quando ancora non tutti i dubbi sull’efficacia del vaccino erano stati chiariti.
Altra scommessa vinta è stata l’indicazione dell’agenzia del farmaco britannica (MHRA) di procedere a tappeto con la prima dose, contando sul fatto, poi dimostratosi reale, che una certa copertura, almeno verso le forme più aggressive della malattia, fosse garantita dai vaccini Pfizer e AstraZeneca anche senza la seconda somministrazione.

I risultati sono stati diversi giorni in cui il numero delle somministrazioni di vaccino ha quasi raggiunto le 900 mila al giorno, permettendo di inoculare la prima dose al 95% degli over 60 e, riporta la BBC, a circa l’80% delle persone sopra i 50 anni.

Nel successo della politica inglese hanno probabilmente influito anche la decisione di limitare drasticamente i movimenti con, per esempio, la chiusura delle scuole per due mesi.
Oggi, però, i frutti si iniziano a raccogliere e il Governo ha stabilito un calendario molto dettagliato delle aperture che ci potranno essere nei prossimi mei.
Dal 29 marzo, per esempio, sono consentiti i matrimoni, ma con al massimo sei persone, mentre dal 12 aprile si rialzeranno le saracinesche dei negozi. Il 21 giugno, invece, è la data prevista per togliere le restrizioni al numero di persone che possono partecipare a eventi pubblici.

In estate, probabilmente, non sarà consentito andare all’estero, ma se questa dovesse rimanere una delle ultime restrizioni, sembrerà comunque di essere nella migliore delle vacanze possibili.