Covid in India. La seconda ondata è una tragedia senza fine

Numeri spaventosi arrivano dall’India, dove negli ultimi giorni si contano ogni 24 ore 350 mila nuovi contagi e 3 mila morti. Scarseggia l’ossigeno negli ospedali e anche la legna per bruciare i morti sulle pire allestite in strada

Oltre 200 mila vittime, di cui più di 3 mila nelle ultime 24 ore. 18 milioni di positivi, di cui 6 milioni nel solo mese di aprile. Numeri di per sé spaventosi, se non fosse che, secondo le stime dell’epidemiologa dell’Università del Michigan Bhramar Mukherjee, riportate dal New York Times, con ogni probabilità “crediamo che il vero numero di morti sia fra le due e le cinque volte superiore a quello ufficiale”.

Covid in India: situazione fuori controllo

Questo è lo scenario attuale in India, Paese che in febbraio aveva registrato una sensibile diminuzione dei casi, facendo parlare già di immunità di gregge, mentre ora si trova ad affrontare una seconda ondata che definire drammatica è riduttivo. Forse proprio il calo di febbraio è tra i fattori che hanno fatto precipitare la situazione, avendo portato le autorità a non limitare in maniera particolare i festeggiamenti in occasione di matrimoni, adunate politiche e religiose.

A peggiorare la situazione ha contribuito anche una variante del virus, comunemente chiamata “variante indiana” che pare essere più contagiosa anche se ancora non è stata definita “preoccupante”.
Tra le regioni più colpiti c’è quella in cui si trova la capitale Nuova Delhi. Gli ospedali sono ormai al collasso e il primo ministro di Delhi Arvind Kejriwal ha detto martedì scorso che le scorte di ossigeno stanno ormai per terminare.

Le immagini che arrivano dal subcontinente mostrano i roghi con i quali si bruciano i cadaveri per le strade, con l’esercito che è stato mobilitato per cercare di arginare una situazione per la quale la settimana di lockdown appena dichiarata non potrà certo bastare.

Polemiche politiche e inadeguatezza del sistema sanitario alla base della tragedia Covid in India

Inevitabili le polemiche politiche, con diverse accuse rivolte al primo ministro Narendra Modi, accusato, in particolare, di aver sminuito la gravità della situazione per non intaccare la sua popolarità.

Secondo altri analisti, però, parte della colpa sarebbe da ricercare anche nell’inadeguatezza del sistema sanitario indiano, cui nessune governo degli ultimi 50 anni ha messo veramente mano.