Vaccini Coronavirus. 1 dose Pfizer, 2 dose AstraZeneca: forse la scelta migliore

Secondo una ricerca spagnola, il mix di vaccini potrebbe comportare una maggiore produzione di anticorpi a fronte dei medesimi effetti collaterali

Mentre prosegue senza sosta la campagna vaccinale, esperti e ricercatori continuano ad impegnarsi quotidianamente per rafforzare la risposta al maledetto virus e velocizzare la vaccinazione di più persone nel più breve tempo possibile.

Proprio con questo obiettivo, hanno preso il via i primi studi per valutare l’efficacia del cosiddetto “mix di vaccini anti covid”, a riportarlo è il Corriere.it che sottolinea come, questa pratica, qualora risultasse efficace, potrebbe “aiutare con l’immunizzazione i Paesi alle prese con scarsità di dosi o con lo stallo delle campagne vaccinali”.

I risultati della ricerca spagnola

Il quotidiano on line, ha reso noto come una ricerca spagnola, condotta dall’istituto sanitario statale «Carlos III» a cui hanno partecipato 670 volontari tra i 18 e i 59 anni, ai quali era già stato inoculato una prima dose di AstraZeneca e che hanno effettuato una seconda dose di Pfizer, abbia rilevato una maggiore produzione di anticorpi a fronte dei medesimi effetti collaterali.

In effetti, sia i vaccini basati su un vettore virale ( AstraZeneca e Johnson & Johnson) sia quelli a RNA messaggero (Pfizer e Moderna) prendono come bersaglio la proteina “spike”, quindi, teoricamente, spiega il Corriere: “Le combinazioni tra preparati sarebbero tutte possibili e anche l’ordine di somministrazione tra uno e l’altro vaccino potrebbe essere scambiato secondo necessità. Sono, però, deduzioni fatte sulla scorta di presupposti scientifici che hanno ancora bisogno di conferme da studi specifici”.

E proprio sull’argomento “mix vaccini” Mario Draghi, si apprende dall’Ansa, nel corso della sessione del Consiglio Ue dedicata al Covid ha rimarcato: “E’ necessaria un’indicazione da parte dell’Ema sulla possibilità di mescolare i vaccini tra prima e seconda dose anche perché, secondo alcuni studi, è più efficace fare il richiamo con un vaccino diverso piuttosto che con lo stesso della prima dose” sottolineando come ciò potrebbe facilitare gli Stati membri, anche nell’approvvigionamento.