La Dengue arriva in Italia: le precauzioni da prendere

Aumentano i casi di febbre Dengue “autoctoni”, ciò contratti da pazienti che non sono stati all’estero. Al momento la situazione è sotto controllo, ma è bene conoscere caratteristiche, rischi e rimedi contro una malattia che il cambiamento climatico potrebbe rendere più frequente

I numeri sono bassi e la situazione è ben lontana dall’essere allarmistica ma, visti i precedenti ancora molto recenti del Covid, si può capire l’allerta che è scattata relativamente alla Dengue, malattia conosciuta anche come “febbre spaccaossa” per il dolore che provoca, trasmessa dalla puntura di alcuni tipi di zanzara e presente soprattutto nelle zone tropicali e subtropicali di Africa, Sudest asiatico, Cina, India, Medioriente, America latina e centrale, Australia.
In realtà, le segnalazioni di Dengue sono abbastanza numerose ogni anno anche in Italia, ma finora si è quasi sempre trattato di casi “importati” dall’estero, ovvero di pazienti ammalatisi dopo essere stati all’estero e aver contratto lì il virus. Questa volta, invece, il Ministero della Salute ha fatto sapere che ci sarebbero già sei casi autoctoni di Dengue, verificatisi in pazienti che non sono stati recentemente fuori dall’Italia.

La Dengue in Italia

In particolare, è nel paese lombardo di Castiglione d’Adda che ci sarebbe un focolaio che ha portato a individuare già 5 casi di Dengue, mentre l’altro caso autoctono è nel Lazio.
Nessuno dei pazienti è in pericolo e tutti stanno migliorando, mentre sono state avviate anche le operazioni di bonifica e disinfestazione delle aree coinvolte.
Gli esperti, però, consigliano di tenere alta l’attenzione, anche perché con il cambiamento climatico in corso è probabile che in futuro il numero dei casi possa crescere. Dunque: meglio farsi trovare preparati.

Sintomi e cura della Dengue

Innanzitutto è bene saper quali sono i sintomi della malattia, che si manifesta dopo circa una settimana dalla puntura dell’insetto e provocano febbre alta, i forti dolori di cui sopra, mal di testa, nausea, vomito… La malattia ha un tasso di mortalità piuttosto basso, intorno all’1%, che però sale drasticamente fino al 40% nel caso in cui la Dengue degeneri in febbre emorragica. La maggioranza dei casi, comunque, (intorno al 75%) rimane asintomatica e non viene quindi registrata.
Cure specifiche contro la Dengue non ce ne sono, ma esistono due vaccini: il primo è indicato solo per chi vive in zone a rischio ed è quindi già esposto al virus (per gli altri, invece, sarebbe più dannoso e aumenterebbe il rischio di avere una versione più grave della malattia nel caso in cui si ammalassero). Il secondo vaccino è invece indicato per chi ha in programma di viaggiare nelle zone a rischio ed è efficace contro i 4 diversi sierotipi del virus Dengue. Proprio questo vaccino, finora non presente in Italia, ha recentemente concluso il ciclo di approvazione da parte dell’Ema e sarà disponibile a partire dalle prossime settimane nei centri vaccinali.
Va detto, infine, che ha livello internazionale sono in corso studi per trovare altre soluzioni nei confronti della Dengue: in Honduras, per esempio, Paese particolarmente colpito dalla malattia, è in corso una sperimentazione che prevede di infettare la tipologia di zanzara principale responsabile della diffusione del virus con un batterio naturale che inibisce la capacità di trasmissione.