Covid. Non è finita: ritornano le zone gialle e le restrizioni

Con i contagi in continua ripresa, un po’ in tutto il mondo, si stanno definendo nuove regole per le prossime settimane: con il 15% dei letti di terapia intensiva occupati scatta la zona gialla

 Che il Covid, sospinto dalla variante Delta, stia rialzando la testa è cosa ormai assodata: i segnali c’erano da tempo e, ora, si stanno solamente intensificano. È così un po’ in tutto il mondo, con l’Inghilterra che sperimenta la sua “prova di forza” allentando le misure (anche se i 96 morti delle ultime 24 ore, dato più alto dal marzo scorso, non dipendono certo già da questa decisione) e la Francia che, con un aumento del 150% dei casi nell’ultima settimana rispetto alla precedente, dichiara, attraverso il portavoce del governo Gabriel Attal di essere ormai entrata in “una quarta fase del virus”.

Contagi in risalita in tutto il mondo

In Cina i nuovi contagi sono “solo” 65, ma non erano mai stati così tanti da gennaio, mentre in Russia si sono raggiunti i 6 milioni di casi totali.
Il Giappone prova a vivere le Olimpiadi, ma deve fare i conti con già 68 casi di Covid tra atleti, personale e giornalisti, tanto che il presidente del comitato organizzatore dei Giochi Toshiro Muto dichiara che non si può prevedere cosa accadrà: “Penseremo a cosa fare quando si presenterà la situazione”. Cancellare i giochi all’ultimo minuto? Molto difficile, ma ufficialmente l’ipotesi non è esclusa.

In Italia nuovi parametri per le zone gialle

E in Italia? Anche in Italia i contagi proseguono la loro risalita, anche e i cattivi presagi sono mitigati dalla buona notizia di aver coperto con il ciclo vaccinale completo metà della popolazione vaccinabile.
Oggi, però, era più che altro il giorno del summit tra Governo, Regioni e ISS per decidere i nuovi criteri per l’ingresso in “zona gialla”. Ancora non c’è una decisione ufficiale, ma sembra delinearsi l’ipotesi che l’allerta “gialla” scatti all’occupazione del 15% dei posti di terapia intensiva disponibili o del 20% dei ricoveri ordinari.
Nella ridefinizione dei parametri dovrebbe anche essere stabilito un numero minimo di tamponi settimanali da eseguire.

Non immune dalle discussioni di questo martedì frenetico anche il Green Pass, per il cui utilizzo, fonte di non pochi scontri politici, si va verso un compromesso: obbligatorio aver fatto almeno una dose per poter andare al ristorante; ne servono due per l’ingresso in discoteca e la presenza ai grandi eventi. Soluzione che cerca di accontentare (o scontentare) un po’ tutti, subito ridefinita “all’italiana”.