Venerdì 15 ottobre, al via l’obbligo del Green Pass. Tutto quello che serve sapere

Dopo il lungo preavviso, entra in vigore l’obbligatorietà del Green Pass per tutti i dipendenti pubblici e privati e le partite Iva. Regole, controlli, sanzioni e permessi: ecco tutte le regole che bisogna sapere

Il tempo dell’attesa è finito: da venerdì 15 l’obbligo di Green Pass diventa effettivo per tutti i lavoratori. Una decisione su cui il Governo ha puntato con decisione, senza indietreggiare anche davanti alle molte proteste che ci sono state.

Green Pass obbligatorio per tutti i lavoratori pubblici, privati e partite Iva

Su quello che succederà, a livello non solo di agitazioni, ma di forza lavoro effettivamente assente, di possibili blocchi, di caos tamponi e ogni scenario prefigurato dalle varie ipotesi, sarà solo il tempo a rispondere. Quello che serve fare, invece, a seconda del proprio settore o della categoria di lavoratori cui si appartiene, già si sa, e vale la pena fare un “ripasso generale”.

Innanzitutto, la questione dei controlli, che sono demandati ai datori di lavoro, i quali non potranno comunque in alcun modo conservare i QR code delle certificazioni né accedere ai dati sensibili. Il Green Pass, dunque, dovrà essere mostrato ogni giorno, non potendo sapere se derivi dalla vaccinazione, da una guarigione o da un tampone.
I controlli possono avvenire all’ingresso o successivamente, oppure in anticipo di non più di 48 ore, per ovvie ragioni di validità del tampone. Possono riguardare anche solo un campione (non inferiore al 20%) dei dipendenti. Previste sanzioni fino a mille euro per chi non effettua controlli.

Le persone da controllare, come detto, sono tutti i dipendenti pubblici e privati, ma anche le partite Iva. In totale di parla di oltre 3 milioni di persone. Chi dovesse essere sprovvisto di certificazione sarà sospeso dal lavoro senza ricevere lo stipendio; per le PMI con meno di 15 dipendenti la sospensione scatta dopo il quinto giorno di assenza. Stop allo stipendio anche per i dipendenti pubblici, ma senza sospensione dal lavoro, senza conseguenze disciplinari e con la garanzia di non perdere il posto di lavoro. Nei giorni di assenza “causa Green Pass” non si maturano, però, né TFR né ferie.
Per chi viene trovato a lavorare senza Green Pass sono previste multe fino a 1.500 euro.
Le linee guida per i controlli dei Green Pass specificano che questo non può essere una discriminante per individuare dipendenti da destinare allo smart working: in pratica, il datore di lavoro non può decidere di lasciare a lavorare da casa dei dipendenti solo perché non in possesso del Green Pass.

Politici, magistrati, ma anche colf e baby-sitter: il Green Pass obbligatorio vale per tutti

Un punto sottolineato da molti, ma che di per sé appare piuttosto ovvio, è che anche i parlamentari, in quanto dipendenti pubblici, sono soggetti all’obbligo di Green Pass per accedere al Parlamento.
Gli unici esentati sono coloro che non possono vaccinarsi per motivi di salute, ma è necessario che abbiano una certificazione. Chi ha fatto il tampone ed è in attesa del rilascio del QR code, potrà esibire il documento cartaceo che viene rilasciato al momento del tampone stesso.
Anche colf, badanti e baby sitter sono tenute a dotarsi di Green pass: in questo caso i controlli spettano alle famiglie e le sanzioni previste sono le stesse ricordate in precedenza.
Pass obbligatorio, infine, anche per tutti i magistrati che accedono a tribunali e uffici giudiziari. Sono esclusi, invece, consulenti e avvocati.