Taglio del cuneo fiscale e dell’Irpef. Ecco come potrebbero cambiare le buste paga

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge di Bilancio per il 2024. Oltre al taglio del cuneo fiscale, prevista la diminuzione del canone RAI, asilo gratis per il secondo figlio e ampliamento dei congedi parentali

La legge di Bilancio conferma il taglio del cuneo fiscale, ovvero la riduzione delle imposte e dei contributi a carico dei lavoratori, fino a 35 mila euro lordi annui.
Il taglio è del 6% per i redditi fino a 35 mila euro e del 7% per quelli fino a 25 mila euro.
Inoltre, la legge di Bilancio introduce l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef, che passano a un’unica aliquota del 23% fino a 28 mila euro. Il nuovo sistema fiscale passerà quindi da 4 a 3 aliquote: 23%, 35% e 43%.

Gli effetti sulle buste paga

In base ai calcoli della Fondazione Nazionale dei Commercialisti, gli effetti del taglio del cuneo e dell’Irpef sulle buste paga saranno i seguenti:

  • Un lavoratore che guadagna 20 mila euro l’anno avrà un aumento di 84 euro al mese (77 euro dal cuneo e 7 euro dall’Irpef);
  • chi ha un reddito annuo di 25-30 mila euro avrà un aumento di 112 euro al mese (96 euro dal cuneo e 16 euro dall’Irpef);
  • per chi guadagna 35 mila euro l’anno l’aumento sarà di 120 euro al mese (99 euro dal cuneo e 21 euro dall’Irpef).
  • Oltre questa soglia l’aumento arriverà solo dall’Irpef e sarà di 22 euro al mese.

E per quanto riguarda partite Iva…

Per le partite Iva, l’acconto di novembre dovrebbe scomparire per circa 2,5 milioni di autonomi, piccoli artigiani e commercianti.
Da novembre dell’anno prossimo l’eliminazione riguarderà tutti.

Le altre misure previste dalla legge di Bilancio

La legge di Bilancio prevede anche altre misure a favore delle famiglie, delle imprese e dei contribuenti, tra cui:

  • L’assegno unico;
  • I congedi parentali, che vengono ampliati di un ulteriore mese retribuito al 60%, utilizzabile da madre o padre fino ai 6 anni del bambino. In totale, i genitori hanno diritto a 5 mesi di congedo di maternità al 100%, un mese aggiuntivo al 80%, un mese al 60% e 8 mesi al 30%;
  • Il Fondo per gli asili nido, che viene aumentato a 150-180 milioni di euro. L’obiettivo è rendere gratuito il nido per il secondo figlio e agevolare l’accesso alle strutture per le famiglie con redditi bassi o medi;
  • La decontribuzione per le madri lavoratrici con due figli o più. Se una mamma ha due figli, non paga i contributi previdenziali fino a quando il più piccolo ha 10 anni. Se ne ha tre o più, non li paga fino a quando il più piccolo ha 18 anni. Si tratta di un incentivo alla maternità e alla permanenza nel mercato del lavoro.
  •  Il taglio del canone Rai, che passa da 90 a 70 euro all’anno e resta in bolletta elettrica.