BAMBINIxLAPACE. Ucraina. Dalla prigionia alla tragedia: il figlio di 7 anni ucciso in un raid

Ritorna a casa dopo tre anni di prigionia in Russia per vedere il figlio morire nella sua casa colpita da un missile russo

Mentre l’Ucraina sprofonda nuovamente nel buio e nel freddo, alla vigilia del quarto inverno di guerra, un nuovo raid russo ha colpito diverse città, tra cui Kiev e Zaporizhzhia.

Un bambino di 7 anni sotto le macerie

È proprio da quest’ultima che arriva una delle notizie più dolorose di queste ore: un bambino di 7 anni è morto sotto le macerie della sua casa.
Il piccolo viveva con i genitori in un’abitazione acquistata solo pochi mesi fa, all’inizio della primavera. Il padre, un soldato ucraino, era tornato da poco da tre anni di prigionia in Russia: un ritorno tanto atteso, trasformato ora in una tragedia familiare. Secondo i media ucraini, entrambi i genitori sono rimasti feriti nell’attacco e si trovano in ospedale, il padre in condizioni gravi.
L’ennesimo bombardamento su aree civili mostra ancora una volta il volto più crudele della guerra: vite spezzate, famiglie distrutte, città ridotte in macerie. E mentre l’Ucraina tenta di resistere, a pagare il prezzo più alto restano i più indifesi.

Continui raid sulle infrastrutture

Mentre il Presidente Zelensky ha nuovamente sentito il Presidente americano Trump, chiedendo nuovi aiuti militari, la strategia della Russia appare chiara e ripercorre la linea già tracciata negli anni scorsi: colpire le infrastrutture energetiche per mettere in difficoltà l’Ucraina in vista dell’inverno imminente. L’ultimo raid ha colpito in particolare la regione di Odessa, con 44 insediamenti della regione che sono rimasti al buio.

La speranza dei bambini dell’Ucraina è appesa a un filo

Dallo scoppio della guerra in Ucraina, sono passati oltre 3 anni. In questo tempo oltre 600 bambini sono morti e oltre 2.000 sono stati feriti. Anche la speranza rischia di morire.
Ai.Bi. Amici dei Bambini con il progetto BAMBINIxLAPACE ogni giorno porta ai minori e le loro famiglie aiuto concreto, supporto psicologico e attimi di vita “normale”, in un tempo che normale non è.
Ecco perché oggi più che mai c’è bisogno del tuo aiuto: per non far spezzare il filo della speranza. EMERGENZA UCRAINA