” Una cosa da fare almeno una volta nella propria vita”

Un sostenitore a distanza  ci svela qual’è l’esperienza da fare almeno una volta nella vita…

Carissimi amici,
Il mio viaggio a Totleben e’ stato fra i
piu’ emozionanti che abbia mai fatto. Mi piacerebbe definirla come la vera vacanza “intelligente” che tutti dovrebbero fare almeno una volta nella propria vita.
Vorrei farvi partecipi di tutte le emozioni che questo viaggio insieme ai volontari Ai.Bi.
mi ha procurato, ma sara’ impossibile descriverne tutte le varie sfumature.Ho conosciuto persone con un forte carisma, con grande umanita’ e che mi hanno dato gratuitamente un abbraccio, con una dolcezza e una tenerezza che non ricordavo da tempo.
I bambini che ho incontrato hanno piccoli volti, piccoli sorrisi, piccole mani ma grandi cuori che anelano soltanto ad avere cio’ che per la maggior parte di noi e’ scontato e sempre sicuro.
Non mi hanno chiesto ne’ dolci, ne’ regali, solo il calore di un abbraccio, come a dire: “ci sono anch’io in questo mondo, non chiedo la luna, voglio solo che tu sappia che esisto, che voglio amare ed essere amato”. Ho visto la dignità, la speranza e il coraggio, non la rassegnazione, di andare avanti.
E’ proprio vero, i bambini sanno darti molto di piu’ di quello che tu dai loro.
Sara’ difficile dimenticarsi dei loro sguardi che ti scrutano cercando di capire se per loro ci sarà un’occasione di vita diversa da quella che conoscono e la loro delusione al momento della partenza, quando la consapevolezza che anche questa volta il mondo volterà loro le spalle prende il sopravvento.
Sono questi i momenti in cui ci si interroga e ci si chiede se e’ stato giusto fare un gesto del genere o se fosse stato meglio non illuderli in questo modo, restandosene però nascosti nelle proprie case, fra le proprie comodità.
“Tra il poco e il nulla, e’ sempre meglio il poco “, mi ha detto Emilia durante il nostro viaggio. Un po’ banale e scontato, ho pensato, ma dopo essere arrivato a Totleben questa frase ha assunto un nuovo significato: mi ha convinto che qualcosa di buono durante la nostra presenza era accaduto. Mai dare tutto per scontato.
Emozionante è stato il breve pomeriggio a Pleven dove Andrei, il bambino che sostengo, si e’ sentito, anche se  solo per qualche ora, al centro dell’ attenzione, importante e considerato; dolcissimo mi è parso lo sguardo di stupore della sorellina mentre apriva i suoi doni; bellissimo l’incontro casuale  con il ragazzo da poco uscito dall’ istituto e sereno perche’ rientrato nella propria famiglia e a suo agio nella società; quanta tenerezza ho provato nei confronti dei bambini piu’ piccoli, che si divertivano a imitare i grandi.
Ho visto i ragazzi piu’ grandi prendersi cura dei piu’ piccoli, donando con generosità spontaneamente i propri dolci a chi era rimasto senza, e il loro continuo ringraziare per quei pochi doni ricevuti.
E noi, adulti, istruiti e benestanti, avremmo fatto la stessa cosa?
Ringrazio i volontari per il loro lavoro, che porta questi risultati e dà ai fortunati come me l’occasione di vivere queste emozioni.
Chissà se un domani qualcuno ridara’ a questi angeli le ali per poter volare di nuovo.
Lì ho lasciato un pezzetto del mio cuore e dovro’ ritornare per riprendermelo.
Ringrazio infine, ma non per ultimo, DIO che mi ha fatto vivere questi momenti irripetibili e fatto tornare a casa sano, salvo e……tanto felice.
Giovanni”