Usa: dopo il crollo delle adozioni, calo drastico anche delle nascite

I dati parlano chiaro: le nascite negli Stati Uniti stanno scendendo a livelli drastici; causa principale l’instabilità economica.

La recessione, che nel 2008 ha messo in ginocchio gli Stati Uniti, ha lasciato il paese con un tasso di disoccupazione oggi a livelli altissimi. Se si pensa all’insicurezza del mercato immobiliare e al crescente numero dei pignoramenti, l’idea di avere figli in una situazione abitativa instabile può essere un deterrente diretto.

Nel 2011 negli Stati Uniti sono nati 3.961.000 bambini, l’1% in meno dell’anno precedente ( nel 2010 erano 4.000.239 bambini).

Secondo alcune previsioni, nel 2013 le nascite scenderanno all’1,86%. Un dato veramente scioccante.

Più di un terzo delle nascite negli Stati Uniti non sono programmate; negli ultimi trent’anni nessun progresso è stato fatto sul fronte delle gravidanze non volute, infatti oggi come allora il 37% dei bambini che nascono negli Stati Uniti sono da considerare “non voluti”.

L’unica fetta di popolazione ad aver progredito su questo fronte è quella delle donne bianche sposate mentre, tra le teenager, il 77% delle nascite risultano ancora non pianificate.

Stesso drastico calo in campo di adozioni internazionali.

Nel corso del 2011, sono stati 9.320 i minori autorizzati all’ingresso negli Stati Uniti. Numeri in decremento, se confrontati con l’anno precedente: le stesse fonti ufficiali relative al 2010 parlavano di 11.459 piccoli figli dell’adozione.

Siamo davanti a una crisi organica che si irradia anche alla testa visto che gli Stati Uniti sono internazionalmente annoverati come il Paese capofila dell’adozione.