Di Biagio: per garantire la sussidiarietà delle adozioni internazionali la CAI deve essere collocata presso il MAE

“Le dinamiche connesse all’adozione e all’affido, sotto il profilo normativo e procedurale risultano di certo complesse e la normativa attualmente vigente, e la configurazione istituzionale delle competenze non aiutano a rendere queste dinamiche più semplici”.

Queste le parole dell’on. Aldo Di Biagio (FLI) risuonate nel Teatro Leo Amici, sede della presentazione dell’articolato di legge per la riforma dell’adozione internazionale, a Monte Colombo il 29 agosto. “A conferma di tale trend basta scrutare i dati – continua Di Biagio – che dimostrano come in Italia negli ultimi 7 anni si è assistito ad un calo drammatico del numero di coppie che chiedono di adottare.

“Ed è opportuno che si rifletta in maniera corale e costruttiva sulle ragioni di tale rallentamento, che non possono essere semplicemente legate alla ‘crisi’ ma che si collocano nel sistema complesso delle adozioni internazionali e nel mancato impegno da parte dei Governi coinvolti. In questi ultimi due anni mi sono occupato di analizzare la questione in esame, anche in qualità di referente estero del mio partito, ho avuto modo di approfondire le complessità che caratterizzano la posizione del nostro Paese nel comparto delle adozioni internazionali.

“Come il mancato rispetto da parte dell’Italia del cosiddetto principio di sussidiarietà – sancito dalla Convenzione dell’Aja del ‘93 – in virtù del quale l’adozione internazionale deve essere vista esclusivamente come estremo rimedio per l’accoglienza dei bambini privi di cure genitoriali.

“Infatti sia i Paesi che realizzano adozioni internazionali sia i cosiddetti riceventi hanno l’obbligo di gestire progetti destinati alla cooperazione per garantire la tutela del minore.

“Ma lo Stato italiano potrebbe fare di più, eventualmente anche attraverso il finanziamento di progetti di cooperazione a sostegno dell’infanzia abbandonata, in molte aeree svantaggiate.

“Su questo assai complesso versante sarebbe auspicabile un maggiore coinvolgimento del Mae, il Ministero degli Affari Esteri.

“Molteplici sono stati gli interventi parlamentari avanti ad oggetto proprio la riorganizzazione delle competenze sul versante delle adozioni internazionali.

“Infatti attualmente esiste una frammentazione delle competenze tra commissione  per le adozioni internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la cooperazione del Mae. Come ho avuto modo di evidenziare in un recente atto di sindacato ispettivo, sarebbe auspicabile – per una ottimizzazione dei risultati – che si tornasse alla collocazione della commissione per le adozioni presso il Mae.

“Si tratta di un’esigenza di razionalizzazione che di certo renderebbe più efficace il meccanismo operativo in Italia.

“Il nodo della questione sta nell’adattare il nostro sistema normativo e procedurale ad una società in evoluzione, dove anche i confini nazionali sono sempre meno ingessati”.

Aldo Di Biagio