Adozioni in tempi brevi: l’idoneità in sei mesi e mezzo

6 mesi e mezzo: questo è il termine perentorio previsto dalla proposta di legge di Ai.Bi. per il rilascio del decreto di idoneità. Un passo avanti epocale se si considera che oggi, in assenza di termini perentori, le tempistiche si dilatano anche fino a due anni.

L’articolato di legge presentato lo scorso 29 agosto nell’ambito del XXI Incontro delle Famiglie di Ai.Bi. a Monte Colombo apre la possibilità di una nuova accoglienza: più famiglie e più adozioni. Da dove iniziare? Certamente riformando l’iter di ottenimento del decreto di idoneità, passo obbligato per restituire speranza alle famiglie disponibili ad adottare. Accompagnamento, non più selezione, è il principio che ispira questo punto della riforma.

La proposta è quella di cambiare gli articoli 29 bis e 30 della legge 184/1983 e successive modifiche, così che non sia più il Tribunale dei Minori a dichiarare l’idoneità della coppia.

Secondo la riforma proposta da Ai.Bi. il Servizio socio-assistenziale dell’ente locale del Comune di residenza riceve la dichiarazione di disponibilità della coppia e indirizza la coppia agli enti autorizzati, trasmettendo entro 15 giorni copia della dichiarazione di disponibilità all’ente scelto dalla coppia.

L’ente, ha 4 mesi di tempo per svolgere le valutazioni del caso. Entro tale scadenza, trasmette quindi la propria relazione al servizio socio assistenziale competente. Gli incontri psicologici sono limitati a un numero complessivo di 3.

Quindi il servizio socio assistenziale sente gli aspiranti genitori adottivi e dispone, se necessario, gli opportuni approfondimenti con il vincolo perentorio di pronunciare, entro i 2 mesi successivi, un provvedimento motivato attestante la sussistenza o meno dei requisiti per adottare.

Il provvedimento è trasmesso immediatamente, con copia della relazione e della documentazione esistente negli atti, alla Commissione per le Adozioni Internazionali e all’ente autorizzato.

Procedura amministrativa, quindi. Una collaborazione e un percorso congiunto tra servizi ed enti, che avrà un termine perentorio: in sei mesi e quindici giorni la coppia deve avere il decreto in mano. Così inizia il percorso volto a ridare speranza alle famiglie che desiderano adottare.