Steve Jobs: “perché non ho mai voluto incontrare i miei genitori biologici?”

steve-jobs1Negli anni cinquanta, un giovane professore dell’Università di Madison, nello stato del Wisconsin, si era innamorato di una sua studentessa.

La differenza d’età era minima perché Abdulfattah Jandali, un musulmano immigrato dalla Siria, era un enfant prodige e aveva ottenuto il suo dottorato molto presto.

Dopo qualche mese però, la sua ragazza, Joanne Schieble, gli aveva annunciato di essere incinta. I due si amavano e non volevano perdere il piccolo e nemmeno darlo in adozione, ma il padre di lei, un uomo despota e tiranno, le aveva impedito di sposare un musulmano.

Così la ragazzina era scappata in segreto a San Francisco, nascondendo la gravidanza agli occhi del vicinato. In clinica, aveva incontrato Paul Jobs e sua moglie Clara: una dolcissima coppia che le aveva promesso di prendersi cura, nel migliore dei modi, del piccolo che stava per venire al mondo.

Il 24 febbraio del 1955 Joanne, in lacrime, aveva lasciato il nascituro tra le braccia della nuova madre adottiva. Lo chiameremo Steve e gli daremo in dono la libertà di diventare tutto ciò che vorrà essere.

Anni dopo Steve Jobs avrebbe cambiato il mondo, inventando in definitiva quello che adesso gli americani chiamano la vita digitale: un’infinità di prodotti della Apple che oggi ci permettono di comunicare istantaneamente, di assistere in tempo reale agli avvenimenti internazionali, stringendo il mondo nel palmo della nostra mano.

 E adesso, a poco più di due anni dalla sua scomparsa, il genio del computer diventa il simbolo delle open adoption con un motto che sta circolando tra Facebook e gli altri social media: “Steve Jobs ha cambiato il nostro mondo, l’adozione ha cambiato il suo”.

 

Lui, il genio della tecnologia elettronica, non ha mai voluto incontrare i suoi genitori biologici; una scelta che molti bambini adottati hanno il diritto di fare e che i suoi genitori hanno sempre rispettato, pur trovandosi di fronte ad uno degli uomini più ricchi del mondo. Ma anche una decisione difficile per suo padre, Abdulfattah, che fino all’ultimo aveva supplicato la sua ragazza di non abbandonare il loro figlio.

“Joanne se n’era andata a vivere a San Francisco senza dirmi nulla”, avrebbe raccontato. Suo padre l’ aveva praticamente obbligata. Quel piccolo per lui era solo una disgrazia e un disonore.

Per I suoi genitori adottivi, che non potevano avere figli, Steve sarebbe diventato la vera gioia della loro vita e li avrebbe spinti, quattro anni dopo, ad adottare anche sua sorella Patty.

Ma l’infanzia di Steve e Patty non è stata facile perché, nel 1962, l’unione dei suoi genitori era finita in un difficile divorzio.

Al contrario, sua mamma e suo papà naturali, anni dopo si sarebbero sposati e a avrebbero messo al mondo una bimba, chiamandola Mona.

Quando Jobs, all’età di 27 anni, aveva cominciato a far ricerche sui suoi genitori biologici, avrebbe scoperto di avere una sorella che come lui era in carriera. Mona Simpson oggi è una romanziera e autrice cinematografica.

Jobs adorava i suoi genitori adottivi. Suo padre era un macchinista in una ditta che produceva laser in quell’area della California che, un giorno, sarebbe stata ribattezzata Silicon Valley .

Il suo estro e la sua bravura nel creare oggetti tecnologici, l’ha ereditata da suo padre che da sempre gli ha insegnato ad usare le mani per dare vita a piccoli laser.

E’ proprio vero che l’adozione cambia il mondo!

Lo ripete anche il sito Lifenews.com. sul quale si legge: “mi stupisce ancora il fatto che tra i cristiani il concetto di adozione non abbia ancora un incredibile risalto”.

Adottare significa salvare una vita, anzi, non solo, significa salvare il mondo.

Dove saremmo senza Steve Jobs? Dal lato spirituale i cristiani parlano sempre di adozione, ma di fatto solo una piccolo minoranza capisce che adottando si salva una vita e si evita spesso un aborto.

Se sua madre avesse abortito nel 1955, nessuno di noi avrebbe mai utilizzato i frutti della sua genialità.

Non bisogna diventare leggendari come Steve Jobs per capire che l’adozione è un atto d’amore che cambia la vita di un individuo, di una famiglia e, qualche volta, cambia anche il mondo.

 

Fonte: Lifenews