Che cos’è una famiglia affidataria? Un cielo senza nubi in cui tante stelline possono brillare

famiglia 200Perché abbiamo deciso di prendere in affido un minore? Bella domanda! Forse eravamo stanchi di sentire gli amici concentrati solo sui loro dolori, forse non sopportavamo più le coppie al parco che portano a spasso il loro piccolo barboncino e gli parlano come fosse un neonato,  forse volevamo solo renderci veramente utili per una causa giusta. Fatto sta che ci siamo ritrovati una fredda sera di quattro anni fa a partecipare ad un incontro organizzato da Ai.Bi. sull’affido.

La nostra idea iniziale era di renderci disponibili per un affido part-time. Magari nel weekend. Poi, dopo quasi due anni passati a parlare ed ascoltare le esperienze sull’affido, ci hanno convocato. Ancora mi ricordo la domanda fatta a brucia pelo: “Ci sarebbe una bimba che ha un bisogno di una famiglia capace di darle attenzioni ed amore. Voi sareste disponibili?” Ci siamo arresi all’istante e abbiamo subito detto di sì.

Il primo incontro è stato un colpo al cuore. Siamo andati a conoscerla in una comunità dove viveva da due anni, come fosse un appuntamento al buio. Non sapevamo nulla, solo il suo nome. La piccola comunità era a poche centinaia di metri dal luogo in cui era sbocciano l’amore tra me e mia moglie.  Un primo segno del destino che ci ha ancora più emozionati.  Quando abbiamo suonato alla porta quasi non sentivamo il campanello perché il rumore dei nostri cuori era assordante. La porta si è aperta piano e lei ci ha salutato per nome. Bummmm!

Ancora oggi riviviamo quel giorno e quel momento, non solo dal nostro punto di vista, ma anche da quello della “piccola stella” che ha illuminato la nostra vita. Ci rivediamo su quella soglia a fissarci negli occhi pronti ad iniziare un viaggio senza sapere esattamente la destinazione.

Non siamo capaci di descrivere le emozioni travolgenti di quel momento ma possiamo solo dire che quello è stato il primo di una serie innumerevoli momenti indimenticabili che hanno per sempre cambiato la nostra vita.

Poi è arrivato il giorno di andarla a prendere definitivamente. Lei era con gli educatori della comunità in vacanza, in un paesino sulle colline della Toscana.

Avevo deciso non avrei mai più rimesso piede in quella regione da quando avevo perso in un incidente stradale mio fratello. Ma dovevamo tenere fede ad una promessa ad una bimba speciale. Quando siamo arrivati da lei si sentiva nell’aria l’importanza del momento. La nostra piccola stella era adorata da tutti ed anche se gli educatori e gli altri ragazzi  erano felici che avesse trovato la sua famiglia  affidataria tutti sentivano il peso dell’imminente distacco.

Lei è salita in auto. Non si è girata e non ha pianto. Siamo partiti con la macchina carica di cose e pensieri. Ad un certo punto ha visto un campo di girasoli. Ci ha chiesto di fermarsi per raccogliere uno.

Era incominciata la vita della nostra famiglia affidataria.

La prima notte che ha dormito con noi è stata una maratona. Eravamo tutti troppo agitati per riuscire  a prendere sonno. Alle 5 del mattino eravamo ancora davanti alla televisione facendo finta che fosse tutto normale. Al risveglio la prima domanda è stata: “ma ci riusciremo?”.

Da quel giorno di agosto sono passati due anni e tre mesi. Forse la ragione di tutto è dare una speranza alla nostra piccola stella, a cui hanno caricato sulle spalle il peso insopportabile di una mamma e un papà inadeguati ed assenti. Darle un cielo in cui brillare.