Anna Molinari: «Jason ha dormito tutta la notte in braccio a me»

bico6 200Ho fatto tutto il viaggio con Jason, il più piccolo dei bimbi. La sera della partenza, mentre eravamo in ambasciata, era molto inquieto e piangeva ogni volta che un mundele (ndr bianco) che non conosceva si avvicinava. Poi in aeroporto si è un po’lasciato andare, ha giocato con gli altri bimbi fino a “esaurimento pile”.

Mentre salivamo sull’aereo stava in silenzio e si guardava intorno con quegli occhi belli e curiosi.

Poco dopo il decollo si sono spente le luci e Jason si è addormentato (grazie anche al provvidenziale aiuto di Marco che l’ha cullato un po’.

Peraltro, sarebbe stata davvero dura se non avessero permesso anche a lui di partire dato che Emil e Gaby avevano un po’ paura al momento del decollo ed è stato bello che ci fosse qualcuno accanto a loro.

Torniamo a Jason. Ha dormito per quasi tutta la notte, in braccio a me. L’ho guardato tanto durante la notte, ho pensato più volte che la Provvidenza è davvero una cosa grande.

Ho provato una sensazione di calore intenso nel pensare a come la sua vita sarebbe cambiata nel volgere di un giorno.

Ho pensato anche a tutta la cattiveria sputata da chi si schiera a prescindere contro le adozioni, persone che non hanno toccato con mano storie come quella di Jason.

O di Jeremy, un bambino incredibilmente intelligente e dotato di talenti e sensibilità rari, un bambino che grazie all’amore di mamma e papà ha potuto, può e potrà coltivarli tutti i suoi talenti.

Di Kiki anche, che oggi ha potuto finalmente abbracciare anche suo fratello (e già oggi iniziavano a stuzzicarsi come ogni coppia di fratelli che si rispetti!). E che dire di Sura, una bimba che porta il sole dentro di sé e riesce a contagiare con la sua energia positiva tutte le persone che le stanno accanto! E che, come tutti i bambini, ha il sacrosanto diritto di essere amata e felice!

Perfino John, di solito molto vivace e difficile da contenere, era stupito, si guardava intorno sull’aereo, ho avuto l’impressione che non riuscisse a credere a quello che stava succedendo.

Emil è stato tranquillo. Passata la paura iniziale, guardava giù dal finestrino e chissà a cosa pensava…forse si immaginava l’incontro con mamma e papà!

E poi l’arrivo! Vedere uno dopo l’altro i volti dei genitori dei bimbi è stata un’emozione indescrivibile. Ho cercato subito Francesca e Marco per dare loro Jason. Vedere Francedsca così felice… con la consapevolezza di tutta la fatica nel saperlo distante… la paura che si dimenticasse di loro… ci siamo abbracciati tutti e tre e davvero mi sono sentita ‘Strumento’.

Che dire? Saluti, gioia vera condivisa con tutti i bimbi e genitori, un gran senso di pace.